La ratifica definitiva della Legge di stabilità alla Camera ha contribuito a chiarificare il nuovo assetto che interesserà la struttura delle pensioni nel 2014; accanto alle questioni che hanno trovato una risoluzione definitiva restano però in piedi tutta una serie di tematiche ancora in bilico. Facciamo allora il punto della situazione su esodati, Quota 96, rivalutazione, pensione anticipata e contributo di solidarietà.

Pensioni 2014: esodati, Quota 96 e rivalutazione assegni

Partendo dalla questione esodati, le novità hanno un gusto agrodolce; la platea di salvaguardati è cresciuta dai primi 6.000 soggetti inclusi arricchendosi di altri 17.000 individui. Il computo totale di individui che riceveranno aiuti economici (è stato stabilito lo stanziamento di circa 1 miliardo di euro) sale dunque a 23.000, ma purtroppo il nodo esodati è ancora lontano dall’essere risolto in quanto almeno la metà dei soggetti interessati si trova ancora al di fuori di ogni previsione.



Pessima invece la situazione per i Quota 96; gli insegnanti che non possono andare in pensione per via di un errore contenuto nella riforma Fornero devono infatti ancora attendere e molto probabilmente saluteranno il 2013 senza trovare adeguate risposte. Nei giorni scorsi la Corte non ha sollevato il dubbio di costituzionalità che avrebbe rappresentato la base per ottenere il ritiro del punto erroneo e la Ragioneria di Stato ha bocciato già in passato ogni esposto per questioni di natura economica.



Passando adesso al tema della rivalutazione degli assegni è questa la nuova configurazione:

  • Rivalutazione degli assegni al 100% per quelli fino a tre volte il minimo;
  • Rivalutazione degli assegni al 95% per quelli fino a quattro volte il minimo.

Pensioni 2014: pensione anticipata e contributo di solidarietà

Dal primo gennaio 2014 entra ufficialmente in vigore il contributo di solidarietà sulle Pensioni più elevate. Ecco il quadro completo di scaglioni ed ammontare delle aliquote:



  • 6% per la porzione di reddito oltre i 90.168 euro l'anno;
  • 12% per la porzione di reddito oltre i 128.811 euro l'anno;
  • 18% per la porzione di reddito oltre i 193.217 euro l'anno.

Per quel che riguarda la pensione anticipata, è stato invece stabilito che in presenza di un’anzianità contributiva maturata al 31 dicembre 1995 sarà possibile andare in pensione a 42 anni e sei mesi per gli uomini e a 41 anni e sei mesi per le donne.



Resta ancora da stabilire in che modo il governo italiano deciderà poi di affrontare il nodo dell’equiparazione tra i contributi minimi per le pensioni di uomini e donne, dopo la procedura di infrazione attivata dalla Commissione Ue.



Volendo fare un bilancio tra le questioni risolte e quelle ancora in bilico il risultato non può che essere di parità, con la questioni esodati e Quota 96 a rappresentare certamente i nodi più spinosi. L’auspicio è che i primi mesi del 2014 servano proprio per risolvere le due situazioni critiche; interessante sarà anche valutare l’effettivo gettito ricavato dal contributo di solidarietà.