Si continua ancora a parlare dei conti in passivo dell'Inpse di un eventuale risanamento, nonostante il presidente dell'Istituto previdenziale Antonio Mastrapasqua continui a sostenere che il bilancio dell'Inps non sia poicosì grave.

Si è trattato in realtà di una constatazione fatta dalpresidente unicamente per rassicurare i cittadini erogatori dell'ente, visto che daldocumento contabile emerge un deficit notevole, il cui ammontare è pari più o menoa 10 miliardi di euro. Tale deficit si è venuto a creare già nel 2007, in seguito all'approvazionedella finanziaria 2008 che ha permesso la trasformazione dei crediti dell'Inpdapverso lo Stato, in debiti dello stesso ente verso la Tesoreria, oltre aiproblemi di ordine strutturale come il ridimensionamento degli organici e l'accorpamentocon l'Inpdap, la cui situazione finanziaria era tutt'altro che favorevole.

Adesso, si pone il problema su come risanare il bilanciopubblico dell'Istituto nazionale di previdenza sociale, senza creare ulterioribuchi.

La soluzione sbagliata sarebbe quella di un'eventualeseparazione dei due enti previdenziali, altrimenti rimarrebbe il vuoto dell'Inpdapche, come l'Inps, eroga prestazioni previdenziali e Pensioni.

La risposta potrebbeessere contenuta nella cosiddetta "operazione azzeramento", già adottata nelpassato, grazie alla proposta dell'allora ministro Carlo Azeglio Ciampi quando, nei lontani anni '80, la Tesoreria dello Stato aveva richiesto un finanziamento percoprire la spesa assistenziale sostenuta dall'Inps, creando un deficit di circa160 miliardi di lire.

Cifra che poi fu azzerata nel 1998.

In tale anno, l'operazione ebbe esito positivo anche perché conl'entrata in vigore della moneta unica, i tassi d'interesse furono abbattuti. Oggi,invece, verrà più semplice portare a termine il progetto messo in atto dall'Inps,ovvero eliminare i trucchi contabili, creando una maggiore trasparenza e unminor esborso di cassa.