Antonio Mastrapasqua, l'attuale presidente dell'Inps (Istituto Nazionale Previdenza Sociale), dopo il clamore suscitato dalla lettera da lui inviata ai ministri Saccomanni e Giovannini, in cui, riferendosi ai conti Inps, aveva parlato di "segnali di non  totale tranquillità", ha voluto commentare la reale situazione finanziaria dell’Istituto,aggiustando il tiro. "C’è piena e totale sostenibilità dei conti della previdenza e dell’Inps". Dunque nessun allarme.

Secondo Mastrapasqua, infatti la perdita dell'Inps è da imputare alla fusione con l’ex Inpdap (Istituto nazionale previdenza dipendentiamministrazione pubblica), il quale registrava un notevole deficit.

Era questala situazione più preoccupante ai fini di bilancio, visto che dal 2011 l’Inpsaccorpa sia l’Inpdap che l’Enpals, ovvero, l'Ente nazionale di previdenza eassistenza per i lavoratori dello spettacolo.

Durante la sua relazione, Mastrapasqua ha fatto riferimento allasituazione economica che si riscontrava prima del 2008, quando lo Stato,possedendo più risorse, riusciva a distribuire i fondi necessari per coprire lespese dell’Inpdap. A rassicurare gli animi è stato anche il ministro dell’economia FabrizioSaccomanni, secondo il quale si tratta di un problema tecnico a cui la Ragioneria dello Statosta lavorando. A preoccuparsi di più è la Confesercenti.

Secondoil presidente della Fipac, Massimo Vivoli, infatti, servirebbe una nuovariforma sulle Pensioni che riuscisse finalmente a risanare le “ferite” causatedalla precedente Legge Fornero.

Tutto ciò per rassicurare lavoratori epensionati che in questi ultimi mesi si sono sentiti presi in giro dalle continuepromesse del Governo. Intanto, c’è chi continua a chiedersi come cambieranno lepensioni in seguito alla legge di stabilità 2014, in virtù dei nuovi emendamenti alla finanziaria.

Nella bozza compare ancora il blocco dell’indicizzazione allepensioni, già previsto dalla Riforma Fornero, quella che ha portato alla creazione della platea degli esodati.

Lo stop all’incremento degli assegni mensili in baseal costo della vita è, tuttavia, previsto dalla legge di stabilità 2014 in versione soft, con una fascia minima (al di sotto dei 1500 euro al mese) in relazione alla quale dovrebbe essere garantita la piena indicizzazione, e altre fasce ove l'adeguamento avviene solo in parte (l'adeguamento andrebbe ridotto al 90 % entro i 2 mila euromensili, al 75 % entro i 2500 euro e al 50 % entro i tre mila euro, mentre invece per le pensioni di entità superiore non dovrebbe essere previsto alcun adeguamento).