Riforma Pensioni 2013: il blocco della rivalutazione degli assegni proposto dal governo Letta nella legge di stabilità è "incostituzionale" e va pertanto rigettato. Così ha sentenziato, negli scorsi giorni, il Tribunale del Lavoro di Palermo, in un intervento destinato a far discutere.

In particolare, lo stop all'adeguamento all'inflazione violerebbe gli articoli 36, 38 e 53 della Costituzione italiana, perchè, rispettivamente, la misura non rispetterebbe la conservazione nel tempo del valore dell'assegno pensionistico, comporterebbe un'alterazione del principio di eguaglianza e di quello di ragionevolezza nel potere di imposizione.

Problemi gravi, e fa notare il Tribunale del Lavoro, già sollevati in sede di Consulta: "Tale principio - si legge nella sentenza - ha portato più volte la Corte Costituzionale a dichiarare l'illegittimità di disposizioni che non contenevano alcuna previsione volta ad assicurare nel tempo la conservazione del valore delle prestazioni da loro erogate".

Guardando agli ultimi anni e alle ultime riforme delle pensioni, ricordiamo che lo stop all'adeguamento all'inflazione degli assegni pensionistici era stato introdotto con il Decreto Salva Italia 2011, al tempo della tanto discussa riforma Fornero.

L'attuale governo Letta, nella legge di stabilità, aveva dapprima proposto uno schema di indicizzazione progressiva, con la rivalutazione piena (al 100%) per gli assegni fino a tre volte il minimo, adeguamento al 90% per la fascia tra tre e quattro volte il minimo, al 75% per la quota tra quattro e cinque volte il minimo e al 50% per la parte superiore a cinque volte il minimo.

L'ipotesi prevedeva poi il congelamento, per l'anno 2014, per la quota di pensione oltre sei volte il minimo (3 mila euro lordi). 

In seconda battuta, anche a seguito del dibattito suscitato sul tema e dei molti emendamenti presentati alla manovra, l'esecutivo aveva pensato di ripristinare l'indicizzazione piena per gli assegni fino a 2500 euro. Tanti gli argomenti caldi in tema di riforma delle pensioni: sulla rivalutazione degli assegni ci sarà ancora da discutere.