Sul fronte riforma Pensioni del governo Letta, le ultime notizie non sono confortanti: si va nella direzione di maggiori tagli alle rendite. L'ultimo intervento in merito allo stato del sistema previdenziale è quello di Carlo Cottarelli, il commissario straordinario incaritato dall'esecutivo di trovare nuove strade per la spending review: l'obiettivo fissato è il risparmio di ben 32 miliardi di euro nei prossimi tre anni.

L'"uomo dei tagli" è già all'opera per coordinare 25 gruppi di lavoro ed individuare le voci di spesa da ridimensionare. Da dove attingere?

In una intervista rilasciata a Il Corriere della sera, Cottarelli annuncia che tutti i settori saranno interessati.

Tra le altre voci, una parte consistente dei tagli si abbatterà sul welfare, e sulle pensioni in particolare. Cottarelli riconosce all'Italia il merito di aver apportato negli ultimi anni "un'ottima riforma", in grado di assicurare "la riduzione dei flussi di spesa per i prossimi 20 anni. Pochi paesi sono riusciti a farla".

Ma attualmente, il sistema non è sostenibile, a causa di problemi strutturali e della crisi economica: il grosso problema del paese è una spesa rapportata al prodotto interno lordo che è "troppo alta, tra le più alte al mondo".

Ecco che, quindi, si rende necessario "toccare le pensioni d'oro e d'argento.

L'approccio della legge di stabilità è di congelare la perequazione. So che esistono difficoltà a livello costituzionale. Ma c'è una scelta da fare". Passibili di decurtazioni, quindi, non solo gli assegni d'oro, da tempo al centro del dibattito per l'evidente sproporzione rispetto alla media delle rendite, ma anche quelli di importo inferiore: sono comunemente considerate d'argento le pensioni sopra i 3 mila euro mensili.

Quanto alle misure concrete per tagliare tali assegni, nessuna anticipazione: il funzionario afferma che le prime azioni non arriveranno prima di marzo-aprile 2014. Tra le altre priorità da lui individuate, la diminuzione dei costi della politica e il recupero d'efficienza del pubblico impiego.