La possibile riforma delle Pensioni fa discutere l'intero paese, ed è in queste ore al centro delle discussioni interne al Partito Democratico.

In attesa delle primarie Pd, che si terranno il prossimo 8 dicembre, proprio quello previdenziale è uno dei temi più caldi all'ordine del giorno, in merito al quale si registra negli ultimi giorni un acceso scontro tra Cesare Damiano, che sostiene il candidato Gianni Cuperlo, e Matteo Renzi.

"Il problema non è piacere nei talk show- afferma Damiano in un intervento ripreso dall'agenzia Asca - ma proporre un programma che venga condiviso dagli elettori.

Renzi ha molti slogan ma non solo, ha detto cose precise su lavoro e pensioni affermando che la riforma Fornero va bene". Una posizione inaccettabile per il presidente della commissione Lavoro, che, come è ormai noto, individua nella legge dell'ex ministro di Mario Monti l'origine di molti dei problemi più gravi in questo ambito.

Dal canto suo, Gianni Cuperlo ha appena presentato le sue proposte a tema pensioni: il programma prevede prima di tutto la risoluzione definitiva del problema degli esodati (anche se non specifica in che modo), poi la rivalutazione delle pensioni fino a 6 volte il minimo, da far valere come zoccolo di base anche per gli assegni di importo superiore.

Prevista anche la risoluzione del problema delle ricongiunzioni onerose e l'introduzione di un criterio di flessibilità, che permetta ai lavoratori di ritirarsi dall'attività già a partire dai 62 anni, se si hanno almeno 35 anni di contributi e se si accetta una penalizzazione dell'8% sull'assegno.

Si tratta della proposta che Damiano rivendica da mesi, ma che attualmente è considerata troppo costosa per essere messa in pratica (secondo recenti dichiarazioni del ministro del lavoro Enrico Giovannini).

E Renzi? Il sindaco di Firenze non ribatte direttamente alle accuse. La sua posizione sul tema pensioni può essere dedotta da un'intervista rilasciata da Yoram Gutgeld, suo braccio destro e consigliere economico, a Italia Oggi.

Sulle pensioni "non farei cose popolari, lo dico subito" afferma Gutgeld, che intende operare tagli in questo frangente, in particolar modo su quella fetta di pensioni superiori ai 3 mila euro cui non corrispondono contributi versati.

Dai tagli sono attesi fino a 4 miliardi di euro, che potranno essere utilizzati "per fare vero welfare, asili nidi, iniziare a lavorare sul welfare al femminile per esempio".

Quale linea prevarrà? Anche in tema riforma delle pensioni, le primarie PD attraggono sempre più l'attenzione degli italiani.