Il governo Renzi potrebbe cambiare la procedura per il rientro dei capitali all'estero, ovvero della voluntary disclosure, quel procedimento che consentirà a chi detiene appunto fondi o investimenti in conti correnti, conti deposito e simili in banche in Paesi esteri ma non li ha dichiarati al Fisco di riportarli in Italia pagando sanzioni ridotte rispetto a se fosse scoperto dalle autorità fiscali.

Comunque la voluntary disclosure, il cui decreto è ancora al vaglio della Commissione Finanze della Camera, appare uno strumento con una certa forza tanto che Attilio Befera, il "boss" dell'Agenzia delle Entrate, l'ha elogiata

Voluntary disclosure: come far rientrare i capitali dall'estero

La procedura per il rientro dei capitali all'estero, che non va visto come uno scudo fiscale anche se ne ha alcune caratteristiche, prevede sanzioni ridotte per le violazioni compiute fino al 31 dicembre 2013 e che verranno pagate dal soggetto in una unica soluzione, determinate dall'esatta consistenza dei patrimoni non dichiarati.

La voluntary disclosure è per quei soggetti che hanno violato gli obblighi di dichiarazione dei patrimoni detenuti all'estero, da segnalare col modulo RW entro il 31 dicembre 2013: persone fisiche, persone fisiche titolari di reddito di impresa o di lavoro autonomo, società semplici, enti non commerciali, residenti in Italia con attività finanziarie e patrimoniali, anche se derivanti da donazione o da eredità.

NB: per le attività del 2013 si potrà sanare la situazione entro settembre 2014 col Modello Unico 2014.

Come detto però, essendo queste norme e procedure emanate dal governo Letta, c'è chi dice che il governo Renzi potrebbe modificarle: tuttavia appare certo che il rientro dei capitali all'estero con la voluntary disclosure rimarrà una possibilità concreta per sanare la propria posizione col Fisco.

Infatti il numero uno dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, ha detto durante un'audizione alla Camera dei Deputati che con questa voluntary disclosure si potrà rafforzare il rapporto Fisco-contribuenti: "La sfida si inserisce in contesto internazionale in cui sempre più incisivo è l'impegno nella lotta all'evasione internazionale e ai paradisi fiscali...

importante lo scambio di informazione per far sapere a chi porta fuori denaro che noi siamo in grado di conoscere quel valore, tenendo presente che gran parte dei capitali portati all'estero non sono più in contanti e il vero trasferimento non è più con lo spallone".