Quali sono attualmente i principali intrecci economico-finanziari tra le potenze mondiali? Quali elementi possono essere considerati in un'analisi globale della situazione di crisi in Ucraina, vista come un scontro a livello mondiale tra Usa, Europa, Russia e Cina? Dopo un primo fattore introduttivo analizzato in La crisi in Ucraina e i rapporti finanziari tra Russia, Cina, Usa ed Europa, proseguiamo qui il discorso con altri dati interessanti.

Questo e altri articoli sono parte di un approfondimento generale sulla questione: da Crisi Ucraina e Crimea, una guerra globale tra Usa e Russia che coinvolge tutti potete accedere agli altri capitoli.

C'è chi ipotizza che tra le cause che spingerebbero gli Usa a forzare la situazione in Ucraina per modificare gli assetti geopolitici ed economici europei e mondiali a proprio vantaggio, indebolendo la Russia e di converso la Cina, sempre più vicine, ci sia l'attuale situazione del dollaro e dei rapporti finanziari tra le grandi potenze, sempre più intrecciate ma sempre più ostili tra di loro.

Secondo alcuni (citiamo Carlo Tia ma anche altri opinionisti sono di questa idea) ci sono i segni di una prossima depressione mondiale, cosa che spingerebbe gli Stati Uniti a favorire una situazione come quella descritta in questi approfondimenti che abbiamo proposto sulla situazione Ucraina-Crimea-Russia se non peggio, proprio per indebolire gli avversari e rafforzare la propria economia: ad esempio George Soros sta speculando al ribasso a Wall Street, la Cina sta vendendo dollari per 50 miliardi di dollari ogni mese -ricordiamo che la più parte del debito pubblico Usa è stato comprato negli ultimi 10 e passa anni da Pechino- proprio per tenere su la moneta americana ed impedirne il collasso.

Ma il dollaro non è più la super-moneta di una volta, la concorrenza dell'euro e dello yuan cinese è forte (gli scambi tra la Cina e la Russia sono ormai in yuan) e quindi si può ritenere che siamo ad un punto di svolta epocale.

Con la crisi in Ucraina-Crimea la Russia ha visto la sua Borsa crollare del 20%, il rublo del 10%, sono sfumati 14 miliardi di dollari per le dieci principali compagnie russe, rischia l'esclusione dal WTO e dal G8, i già scarsi investimenti occidentali probabilmente si ridurranno: ecco allora che il già in atto avvicinamento alla Cina diventa fondamentale.

Già da anni c'è un'alleanza militare tra Mosca e Pechino ed tra i due giganti che controllano "il centro del Mondo" (così storicamente si definisce l'Eurasia) l'intesa è forte anche dal punto di vista economico-finanziario.

Ormai è in dirittura d'arrivo l'asse energetico tra le due potenze, con la Russia (potenza dalle enormi risorse naturali ma bisognosa di soldi) pronta a vendere ancora più gas e petrolio alla Cina (all'opposto, potenza con enormi risorse finanziarie ma bisognosa di materie prime) con uno scambio ovviamente non in dollari.

Mosca non avrebbe più bisogno dei prestiti occidentali, potrebbe resistere alle eventuali sanzioni e alla perdita del mercato europeo dove piazza i suoi gas e petrolio (cfr l'articolo Crisi Ucraina-Russia, il ruolo del gas nello scontro mondiale tra le potenze).

Non solo Cina però nel futuro della Russia, in quanto c'è sempre più intesa soprattutto con l'India e gli altri paesi "Brics" (Brasile - Russia - India - Cina - SudAfrica).

Nei prossimi anni potremmo assistere a cambiamenti economici e politici in confronto ai quali l'11 settembre e la Primavera Araba sembreranno ben poca roba.