Dopo aver candidato tutte donne come capolista per le cinque circoscrizioni delle elezioni europee il Partito Democratico, ma in questo caso più in generale il Governo targato Matteo Renzi, ha come noto nominato quattro donne come Presidenti delle principali Aziende pubbliche: Enel, Eni, Poste e Terna. In nome di una rivoluzione rosa atta a dare alla donna un ruolo di prestigio istituzionale.

Emma Marcegaglia, ex Presidente di Confindustria, proprietaria di alcune aziende di famiglia e viso noto per la sua partecipazione a vari talk show (specie a Ballarò), sarà Presidente dell'Eni.

Luisa Tondini, già Manager e consigliera della Rai, è stata nominata Presidente delle Poste. All'Enel la poltrona invece spetta a Patrizia Grieco, già presidente Olivetti e consigliera di Cnh Industrial. Manca il tassello Terna che molto probabilmente andrà alla chimica Catia Bastioli.

Volendo proprio trovare il pelo nell'uovo, è giusto dire che il loro ruolo è soprattutto quello di rappresentanza, più che di operatività effettiva. Quella infatti spetta agli Amministratori delegati, più che ai Presidenti. Comunque, prendiamolo come un buon inizio.

Ma a parte ciò, quanto ci costerà questo ricambio di poltrone? Il settimanale L'Espresso, sempre attento nel fare i conti, ha calcolato che la liquidazione di Conti, ex Ad di Enel, dovrebbe ammontare intorno ai 6,4 milioni.

Quella di Scaroni, ex manager Eni, a circa 8,3 milioni. L'unico che non riceverà liquidazioni sarà Alessandro Pansa, numero uno diFinmeccanica (sostituito da Mauro Moretti, discusso Presidente delle FS), avendo lui rinunciato "all'applicabilità di qualsiasi trattamento di fine mandato in caso di cessazione dalla carica".

Tirando le somme, queste ed altre onerose buonuscite ammontano a circa 20 milioni di euro. Non proprio quisquilie, per dirla alla Totò.