Passo avanti forse decisivo nella trattativa di vendita del 49% di Alitalia alla compagnia degli Emirati Etihad.

Dopo l'esito fallimentare dell'accordo con Air France-Klm, che ha ridotto la sua partecipazione dal 25 a 7% a seguito degli scarsi risultati, il massiccio ingresso della compagnia di Abu Dhabi potrebbe essere l'ultima possibilità per salvare Alitalia.

La trattativa ha avuto un'accelerazione con il viaggio dell'Amministratore Delegato di Etihad, James Hogan, a Roma, dove ha incontrato prima il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e, successivamente, il Ministro dei trasporti Maurizio Lupi.

Le condizioni di Etihad

Secondo indiscrezioni, la compagnia araba sarebbe disponibile a sborsare 350 milioni di euro nell'acquisto di una quota fino al 49% della compagnia di stato e a destinare altri 150 milioni di euro ad investimenti mirati a rilanciare l'azienda.

Entro lunedì, Etihad consegnerà una lettera d'intenti nella quale saranno formalizzate le proposte, i cui punti maggiormente delicati riguardano la ristrutturazione del debito (900 milioni di euro)e il costo del lavoro.

Le ipotesi di esuberi quantificati da 2500 a 3100 unità oltre a riduzione degli stipendi, tengono in allarme i sindacati anche, benché il ministro Lupi abbia smentito le cifre ed il segretario della CISL Bonanni si sia detto ottimista sul fatto che i nuovi investimenti possano rilanciare l'intero settore aereo.

Pare infatti che, tra le richieste della compagnia degli Emirati, ci sia il rilancio dello scalo di Malpensa, la riqualificazione di Fiumicino ed il collegamento con l'Alta Velocità dell'aeroporto della capitale.

Tutte azioni organiche ad un business plan che mira a cambiare il volto di Alitalia, trasformandola da una compagnia regionale, soggetta alla concorrenza delle low cost, ad un vettore di fascia alta, concentrato in prevalenza sulle rotte internazionali.