Dal primo marzo, con il Decreto Fare del neo Governa Letta, entra in vigore il nuovo aumento del prezzo del carburante, il decimo in soli cinque anni, che arriverà a costare agli italiani fino a 17 euro in più l'anno: su un totale indicativo di circa 15mila km, la Cgia Mestre ha stimato per le auto a benzina un'aumento di 13 €, pari a 388€ annui, mentre invece per le auto a diesel un +17 €, per un costo totale annuo di 257 euro, il tutto calcolato rispetto all'anno 2010.



L'ammontare di tali costi annui dovuti all'aumento del prezzo della benzina (da imputare anche alla crescite dell'IVA) , si riverseranno non soltanto sulle spalle dei privati cittadini, ma anche, se non sopratutto, su quelle dei lavoratori che hanno fatto dei mezzi di trasporto la propria fonte di guadagno: taxisti, autonoleggiatori, agenti di commercio, autotrasportatori e cosi via, con forti probabilità di aumento dei prezzi dei prodotti, in quanto l'80% delle merci italiane viene trasportato su "quattro ruote". Tale pericolo è per ora scongiurato dalla possibilità di rimborso degli aumenti, concessa agli autotrasportatori ma, stando alle parole del segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi, bisognerà comunque vigilare attentamente.

E' stato stimato che il nuovo aumento della benzina frutterà al governo un'entrata di ben 75 milioni di euro, che saranno poi riutilizzati dal Governo per rilanciare l'economia del nostro paese, attraverso alcuni progetti e incentivi tra cui vanno menzionati: la nuova Sabatini, il credito di imposta per il cinema, il rilancio della nautica e del sistema portuale.