In piazza San Babila a Milano, domenica 26 gennaio, ilpopolo delle sigarette elettroniche ha portato più di un migliaio di persone,fra produttori e commercianti, che hanno vivacemente protestato contro l'imposta del 58,5% sui prodotti venduti nei loro negozi.

Da mezzogiorno a circa le sei delpomeriggio, il sit in si è svolto intorno alla colonna sonora di una canzoncina ritmata cheintonava "tassami, fino a che non chiudo, tassami, che poi non ti pago, tassami.Svapo svapo, svapo svapo".

Fra i manifestanti c'eranoanche il senatore Stefano Candiani e il presidente della commissione Sanitàdella regione Lombardia il consigliere Fabio Rizzi, ambedue appartenenti alla Leganord, e uno dei componenti del comitato9 dicembre che era però presente come svapatore.

Il senatore e il consigliereregionale leghisti, hanno spiegato per quale motivo si trovavano al sit in deglisvapatori

"E' una manifestazioneimportante", ha detto il senatore Stefano Candiani. "Sta dando voce ad un settoreche è stato soffocato dall'azione del governo. Portare la tassazione al 58,5% ha un unico scopo: quello di proteggere lalobby del tabacco, che trova molti sostenitori all'interno della maggioranza".

"Noi stiamo dando spazio a questi nuovi professionisti, cerchiamodi aiutare queste nuove attività artigianali ad avere una voce anche all'internodelle istituzioni, soprattutto perché la sigaretta elettronica è un'alternativaal tabacco che tutela la salute. Dall'altra parte, poi, c'è anche una questionelegata alla correttezza: qui ci sono persone che hanno investito i risparmi diuna vita o quello che restava loro dopo aver perso il lavoro, inventandosi unanuova professione che ora è azzerata dal governo solo per proteggere dellelobby.

A tutto questo probabilmente c'è rimedio se la gentereagisce e se dà forza. Io sono qui per dare rappresentanza a questi probleminelle istituzioni".

Anche il consigliere della Regione Lombardia Fabio Rizzi è dellostesso parere: "Come lega Nord non possiamo non essere a fianco del popolodegli svapatori. E' inevitabile pensare che, per quanto potrebbe forse esseredannose le sigarette elettroniche, fa sicuramente meno danni di quanti ne possafare il fumo di tabacco.

Siamo qua per protestare contro un governo di dementi, di lobbisti, che si presta al gioco deisoliti noti, in questo caso delle multinazionali del tabacco, che stanno agendoa livello internazionale su due punti: da una parte comprando le aziende che costruisconosigarette elettroniche e liquidi per poterle uccidere, e dall'altro agendo sui governiper rendere difficoltosa la vendita e la diffusione di questi prodotti.

Ovviamente il nostro governo di pulcinelLette - ha aggiunto Rizzi - è sempre ilprimo a cadere nella rete di queste lobby e ha imposto al settore una fiscalitàassolutamente insostenibile e, come al solito, ha mandato in crisi dellepiccole e medie imprese del Nord. In questo caso anche dei piccoli esercenti eanche alcuni ex disoccupati che, dopoessere stati licenziati, hanno deciso di crearsi una nuova opportunità dilavoro e diventare commercianti disigarette elettroniche. Ma questi signori del governo se ne fregano e voglionouccidere le 450 nuove attività nate in Regione Lombardia. Settimana prossima depositerò in regione Lombardia un disegnodi legge che prevederà uno sgravio fiscaleal settore. Forse il disegno di legge sarà impugnato dalla corte costituzionale". Fabio Rizzi ha quindi sfidato la corte costituzionale ad aver il coraggio difarlo.