L'euro sbarca nella vitaquotidiana e nei portafogli dei due milioni di cittadini lettonisostituendo il popolare Lats, simbolo dell'indipendenza dall'UnioneSovietica.

Dopo l'ingressodell'Estonia nel 2011, un'altra ex repubblica sovietica aderisce allamoneta comune.

La popolazione rimanediffidente e teme il rialzo generalizzato dei prezzi tipico deiperiodi transitori di change over.

Il paese è ancora alleprese con una ripresa dell'economia disastrata dall'avvento dellacrisi economica internazionale del biennio 2008/09 quando il flussodi capitali esteri su cui dipendeva lo sviluppo del paese si eraimprovvisamente interrotto con conseguenze catastrofiche perl'economia.

Il Pil era franato del 19% portando ladisoccupazione al 18% mentre la spirale inflazionistica avevafalcidiato il potere di acquisto delle persone provocando emigrazionedi massa, soprattutto fra i giovani.

Anche grazie agli aiutiinternazionali e al conseguente ad un severo piano di risanamentol'economia lettone appare ora in lento ma costante miglioramento.

Il Pil risulta increscita sostenuta nell'ultimo trimestre 2013, l'inflazione è praticamente nulla mentre iltasso di disoccupazione si attesta sopra il 12% della popolazioneattiva ma in contrazione rispetto ai picchi della crisi.

Banca di Lettonia egoverno festeggiano ma si consiglia prudenza poiché il paese staancora uscendo da un tipico caso di ciclo di Frenkel.

L'aggancio ela difesa ad oltranza di un rapporto di cambio a 0.7 euro per Latsaveva dopato l'economia lettone favorendo l'afflusso di capitali el'esplosione del debito privato, squilibrio strutturale che è poisaltato in presenza di shock esterni come la crisi immobiliare statunitense facendo crollare l'economia lettone.

La Commissione Europea sta lentamente iniziando a fare autocritica, il governo di Riga speriamo sia informato.