Giunto al quarto giorno di protesta, il Movimento dei forconi cambia strategia: da una parte si punta al blocco delle frontiere, dall’altra ci si prepara a riversarsi su Roma. Le reazioni degli esponenti del mondo politico sono molto variegate, da Enrico Letta - “Questa gente non rappresenta il paese” - a Beppe Grillo (“Complimenti agli agenti che hanno tolto il casco”), passando per Silvio Berlusconi (“Cosa aspetta Letta a convocare queste categorie? Forse che accada qualcosa”), Susanna Camusso della Cgil (“In queste ore si è tentato di ostacolare l’esercizio dell’attività sindacale con tentativi di irruzione nelle Camere del Lavoro”) e Angelino Alfano (“Pugno duro contro i violenti”).

Facciamo il punto sul quarto giorno di protesta e sui possibili scenari futuri.

Sciopero dei forconi, quarto giorno di protesta: bloccata la frontiera di accesso alla Francia, adesso si punta Roma

Come accennato, nel quarto giorno di protesta il Movimento dei forconi ha abbandonato le sole città per concentrarsi anche sulle frontiere. Stamani un gruppo di manifestanti ha ammucchiato una serie di auto lungo la statale Aurelia: le vetture, poste di traverso, impediscono ai veicoli in transito di raggiungere la frontiera con Ponte S. Ludovico e Ponte S. Luigi entrambi inutilizzabili. Stando alle prime dichiarazioni, i manifestanti presto si sposteranno anche verso la barriera autostradale della A10.



Per quel che riguarda la questione presidi, appare degno di nota il comizio tenuto ieri sera dall’attivista Calvani, che rivolto alla folla di Piazza Castello a Torino ha invitato i manifestanti a destituire i presidi e a prepararsi ad uno spostamento di massa verso Roma. Proprio a Torino la situazione sembra essersi tranquillizzata, anche se ieri sono state arrestate quattro persone (l’accusa è di violenza privata) e la procura ha aperto un fascicolo per devastazione e saccheggio in merito a quanto accaduto nei primi giorni della protesta.

Sciopero dei forconi, la denuncia di Susanna Camusso della Cgil: 'Tentate irruzioni nelle sedi'

Forte, anzi fortissima, l’accusa lanciata ieri sera da Susanna Camusso, leader Cgil: “In queste ore, si è tentato di ostacolare l’esercizio dell’attività sindacale con gravi minacce, lancio di oggetti e qualche caso di tentativi di irruzione nelle Camere del Lavoro”. Lo stesso sindacato ha diramato un comunicato ufficiale nel quale annuncia un rafforzamento dei presidi nelle sedi sindacali invitando i manifestanti a non sottovalutare le tentazioni autoritarie che aleggiano nelle piazze.

Sciopero dei forconi, le dichiarazioni di Enrico Letta, Beppe Grillo, Angelino Alfano e Silvio Berlusconi

Non tardano ovviamente ad arrivare le reazioni del mondo della Politica: il premier Letta ha dichiarato che “si tratta di una piccola minoranza di una categoria economica che non rappresenta il Paese”, Beppe Grillo si è complimentato con gli agenti che nei giorni scorsi hanno sfilato il casco in segno di solidarietà, Silvio Berlusconi ha sollecitato un intervento di Letta (ma nel frattempo ha annullato l’incontro con gli attivisti fissato per ieri alle 17) e Angelino Alfano ha infine promesso “il pugno duro contro i violenti”.



Solo parole nulla di più; la fiducia accordata al Governo Letta ha aizzato ulteriormente gli animi dei manifestanti che adesso minacciano di andare oltre la data di fine dello sciopero inizialmente fissata in venerdì 13 dicembre, sottolineando che, se necessario, si andrà ad oltranza. La questione connessa al rischio autoritarismo, come sottolineato dal comunicato della Cgil, è poi da prendere in grande considerazione: dall’inizio dello sciopero frange politiche estreme tentano di infiltrarsi, ed anche lo slogan che sembra accompagnare la diaspora verso Roma - “Riprendiamoci lo Stato” - non sembra dei più rassicuranti. Non resta che attendere l’evolversi degli eventi nella speranza che preso qualcosa possa cambiare; il blocco delle frontiere rischia infatti di paralizzare ancor di più il paese.