Lo sciopero dell'autotrasporto proclamato a livello nazionale per la settimana dal 9 al 13 novembre si farà o no? In queste ore la domanda rimbalza in tutto il paese, con molte incertezze anche tra gli addetti ai lavori che si riversano sui mezzi di comunicazione e sul web. Vediamo di fare un po' di chiarezza.

L'agitazione negli scorsi giorni è stata ufficialmente revocata da Unatras, l'Unione nazionale delle associazioni dell'autotrasporto merci, e Anita, a seguito di un incontro dall'esito positivo con il ministero dei trasporti. Le sigle hanno infatti incontrato in data 28 novembre il il ministro Maurizio Lupi e il sottosegretario di stato, l'onorevole Rocco Girlanda, e hanno ritenuto soddisfacenti le loro risposte in merito alle questioni calde che interessano la categoria.

Tra i punti salienti dell'incontro troviamo in primo luogo la conferma, da parte del governo, del recupero integrale delle accise sul gasolio. Importanti anche la decisione sullo stanziamento di 330 milioni di euro a favore del settore e l'annunciata riforma dell`albo nazionale degli autotrasportatori, al fine di garantire un controllo più efficace.

A dare l'annuncio ufficiale della revoca Paolo Uggè, vice presidente Confcommercio e presidente di Conftrasporto, in una nota stampa: "Le associazioni dell'autotrasporto unite - afferma - in rappresentanza di 120 mila imprese, non sciopereranno il 9 dicembre, in base agli impegni presi, in questi giorni, dal Governo". 

Ma ecco la polemica: non tutte le sigle dell'autotrasporto sono concordi sulla revoca.

In particolare Aitras Trasportunito, Assiotrat, Assotrasport, Azione nel trasporto italiano e Movimento autonomo trasportatori intendono protestare comunque settimana prossima.

Unendosi allo sciopero dei Forconi? Questa l'accusa di Uggè: "a fermarsi sarà solo una sigla minore che ha fatto una scelta diversa unendosi alla protesta che ha alle spalle ragioni differenti da quelle che portiamo avanti in difesa delle nostre imprese".

Il comunicato in cui Aitras annuncia la decisione di portare avanti la protesta si scaglia contro il protocollo di intesa siglato da Unatras e Anita con il ministero: "in quel protocollo - afferma Salvatore Bella - non c'è NULLA che possa risolvere i problemi dei nostri associati". Le associazioni non firmatarie del protocollo lo ritengono "inadeguato a risolvere i gravi problemi della categoria" e lamentano di "non aver avuto risposte in merito ai problemi sollevati da proprie piattaforme": i 330 milioni di stanziamento sono considerati non sufficienti, e tra gli altri temi irrisolti troviamo l'ecobonus 2010 e 2011. 

In queste ore la polemica sta divampando. A dare risonanza all'una o all'altra scuola di pensiero saranno, da lunedì a venerdì prossimo, i numeri.