La data è già stata fissata: 9 dicembre. L’Italia si prepara ad unblocco, che si sospetta stavolta risulterà paralizzante. Camionisti in primalinea, ma anche allevatori e agricoltori leveranno alto il grido di protestacontro una Politica di Stato accusata di stare annientando l’economia del Paesee mettendo sempre più famiglie in condizioni di precarietà. Questo l’inno che icittadini, invitati in massa a scendere nelle strade e nelle piazze, voglionoinnalzare, affinché si corra ai ripari per fronteggiare una crisi sempre più evidente e sempre più minacciosa.

La protesta è sì, contro il governo,ma non solo. Si punta il dito anche contro l’Europa e contro l’euro,che starebbe impoverendo il popolo, e si rivendica con forza l’inviolabile dirittoal lavoro.

Nonostante il Movimento dei Forconi abbia avuto lasua culla in Sicilia, è riuscito pian piano a riscuoter consensi in gran partedel territorio nazionale, e vede adesso presenziare all’evento numerosi altricomitati. Il prossimo dicembre pertanto, lo sciopero dei Forconi noninteresserà solo una parte d’Italia, ma prevede adesioni che coinvolgano l’interostivale, da nord a sud. Del resto, il successo dell’iniziativa e la possibilitàdi risultati concreti dipendono indubbiamente dalla mole di persone cheaderiscono.

L’obiettivo è proprio quello difermare il traffico, il lavoro, il tempo. Con i collegamenti stradali strozzatidalle masse, il flusso “sanguigno” italiano potrebbe subire un arresto nonindifferente.

Il manifesto sulla pagina Facebook del Movimento scaglia parole dure contro i sistemi governativi e nominaa sostegno della protesta più categorie di cittadini quali i disoccupati, glistudenti, i precari, i giovani e chiunque voglia dire “basta”. L’iniziativa nel complesso mira con tale fermo degliautotrasportatori ad un cambiamentosostanziale e costituzionale che vada a tutela dei lavoratori.