Con l'ok del Garante della privacy arrivato nella giornata di oggi, il Redditometro entra ufficialmente a regime nel nostro paese, con la finalità di monitorare il rapporto tra il reddito dichiarato e le spese effettuate dai cittadini ed individuare l'identità dei sospetti evasori fiscali.



Uno strumento di cui si parla ormai dal 31 maggio scorso, data della sua istituzione, ma che ha generato finora una grossa confusione, tanto negli italiani quanto negli organi di Stato.

Il rischio di contravvenire alle norme vigenti a tutela della privacy, sommato alle difficoltà tecniche che hanno accompagnato la creazione del grande data-base su cui impostare l'analisi delle migliaia di contribuenti oggetto delle verifiche, hanno di fatto costretto l'Agenzia delle Entrate a slittare l'avvio dell'attività.

La stessa Agenzia delle Entrate, prima di mettere ufficialmente in funzione il Redditometro, dovrà adottare una serie di correttivi imposti proprio dal Garante, in merito alla 'profilazione' (attribuzione di un profilo al singolo cittadino in base alla residenza ed all'appartenenza familiare al fine di regolarizzare al meglio la raccolta dati), alle spese medie Istat, al 'fitto figurativo', all'informativa da recapitare a tutti i cittadini ed al contraddittorio.



Una volta attuate queste modifiche sarà ufficialmente emanato il parere positivo dell'Authority sull'utilizzo del Redditometro, che entrerà in funzione con il controllo dei primi 35 mila profili già in programma dall'estate scorsa.



Con buone probabilità, dunque, il prossimo inverno sarà ricordato come la stagione del Redditometro; l'auspicio è che non debbano risentirne i cittadini in termini di passaggi burocratici o di eccessivi controlli nelle proprie "tasche", ma che serva a migliorare concretamente la lotta all'evasione fiscale.