Come molti sanno, la tanto discussa riforma italiana sullePensioni prevede delle differenze di anzianità contributiva fra uomini edonne.

Secondo la legge 214 del 2011 gli uomini dovranno versare 42 anni e tre mesi dicontributi minimi, mentre per le donne è previsto il versamento di 41 anni e tre mesi dicontributi. È questo il motivo che ha spinto la Commissione Europeaad avviare una procedura d'infrazione contro l'Italia. Si tratta di un secondo provvedimento che l'Ue ha deciso diaprire contro il nostro paese. Nel 2010, infatti, una prima procedura era stataavviata dopo che la Cortedi Giustizia Ue ha pronunciato la sentenza di condanna che intimava la paritàdell'età pensionabile tra uomini e donne dipendenti della PubblicaAmministrazione, problema che poi fu risolto grazie alla riforma varata dalGoverno Monti del 2012 che portava a 65 anni l'età pensionabile anche per ledonne.

Secondo il Commissario europeo per la Giustizia, Viviane Reding, la norma cheentrerà in vigore dal prossimo gennaio contrasta con l'articolo 157 contenutonel Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea che stabilisce la parità trauomo e donna. Se l'Italia non rispettasse tale articolo,potrebbe incorrere nelle conseguenze legate alla violazione della direttiva 54 del 2006 checita l'applicazione del principio del pari trattamento equo fra uomo e donnacon riferimento al pubblico impiego, facendo così scattare una nuova procedura.

Nel provvedimento di Bruxelles, figura anche la mancataadozione da parte dell'Italia, di norme che prevedono l'indennizzo in modo equoed adeguato per le vittime dei reati violenti, come previsto dalla direttiva2004/80 della Comunità Europea.

Come cita la procedura d'infrazione, "l'Italianon dispone di alcun sistema generale di indennizzo per tali reati". Se l'Italianon ottempererà ai suoi obblighi giuridici entro due mesi, la Commissione potrebbe deferirla.