Alla fine ha prevalso la linea del PdL. E in materia di riforma delle Pensioni, il governo Letta ha eliminato dalla legge di stabilità il contributo di solidarietà a carico degli assegni più alti. A raccontare i retroscena della questione è il Corriere, che riporta di un Consiglio dei Ministri dibattuto e durato fino a tarda ora, che ha visto in particolare Angelino Alfano e Gaetano Quagliariello opporsi al provvedimento ipotizzato negli scorsi giorni.

Il risultato è che la misura è stata stralciata dal testo. Il nuovo "prelievo solidale" avrebbe colpito dal 2014 e per tre anni gli assegni superiori ai 100 mila euro, nella misura del 5% (della parte eccedente i 100 mila) fino a 150 mila euro, del 10% per la quota eccedente i 150 mila e del 15% per quella eccedente i 200 mila euro.

Niente di tutto questo: nella versione aggiornata della Legge di stabilità è rimasto solo un prelievo del 3% per le rendite sopra i 300 mila euro, che va a colpire tuttavia sia le pensioni che gli stipendi d'oro

Ricordiamo che a bocciare il precedente contributo di solidarietà, introdotto dal governo Berlusconi nel 2011, era stata quest'estate la Corte Costituzionale: con la sentenza 116/2013, infatti, aveva giudicato incostituzionale toccare le rendite di una categoria di cittadini (i pensionati, appunto). 

Il governo Letta, più recentemente, aveva pensato di reintrodurre il prelievo e, al fine di conformarsi a questa sentenza della Consulta, di destinare il gettito del contributo non direttamente alle casse statali, ma all'Inps, per garantire equilibrio e sostenibilità dell'ente previdenziale nazionale.

Ipotesi, anch'essa, accantonata con la decisione delle ultime ore di cancellare i tagli alle pensioni d'oro.