Numerose sono state le modifiche messe alla luce dal GovernoLetta, per rendere ancora più flessibile l’uscita dal lavoro. Da qui, sono natedelle differenti sostanziali tra Pensioni di anzianità e le pensioni divecchiaia.

Nelle prime, infatti, il lavoratore ha la possibilità dilasciare il lavoro all’età di 62 anni e previo versamento di 35 anni dicontributi, ma andrà incontro a delle penalizzazioni che saranno applicate al2 % per ogni anno di anticipo all’accesso della pensione rispetto alla sogliadei 66 anni previsti dalla Legge Fornero. Per un lavoratore che richiede lapensione di anzianità contributiva all’età di 62 anni, invece, la riduzionepotrebbe giungere fino all’8 %.

Discorso assai diverso per la pensione di vecchiaia, per laquale viene richiesto un requisito contributivo minimo di vent’anni. Talepensione, però, dal 2021 non potrà essere inferiore a 67 anni sia per ilavoratori del settore pubblico che per i lavoratori del settore privato. Cometanti sanno, la pensione di vecchiaia è una prestazione erogata dall’Inps e adifferenza di quella di anzianità viene corrisposta al raggiungimento dell’etàpensionabile prevista dalla legge. Chiunque decidesse di lasciare il mondolavorativo e si ritrova in possesso dei requisiti necessari, infatti, potràpresentare domanda presso un qualunque sportello Inps della propria provinciadi appartenenza. Nella compilazione della domanda, l’interessato potrà chiedereausilio ad uno degli enti di patronati e intermedi autorizzati dall’istitutoprevidenziale stesso, oppure potrà rivolgersi al Contact Center predispostodall’Inps.

La pensione di anzianità, invece, potrà essere richiesta alraggiungimento della quota data dalla somma dell’età anagrafica minimarichiesta e dei contributi effettivamente versati. Tale versamento dovrà essereeffettuato per almeno 35 anni. Coloro che si ritrovano in possesso dei talirequisiti, potranno presentare domanda presso uno degli uffici Inps dislocatiterritorialmente e allegando al modulo di domanda una fotocopia del documento d’identità,copia del codice fiscale, autocertificazione dello stato civile e ladichiarazione di cessazione dell’attività lavorativa.

Nonostante i vari interventi predisposti dall’esecutivo, la Riforma Fornero è rimastainvariata provocando l’indignazione dei sindacati. “L’età della pensione èdiventata troppo alta e il naturale turn-over del mercato del lavoro si èfermato, in aggiunta alle difficoltà provocate da una crisi che non si vedevada un secolo.

Il governo non vuole cambiare rotta, ma così facendo condanna più generazioni alla precarietà e l’interastruttura sociale del paese ad una sofferenza sempre più evidente”-ha spiegato,infatti, il segretario nazionale della Cgil, Nicola Nicolosi