Sembra proprio che nei prossimi giorni trentacinquemila contribuenti italiani riceveranno una bella letterina dalla solerte Agenzia delle Entrate. Ci siamo: il nuovo redditometro parte all'attacco e chiede al “prescelto”, con cortesia e stile, se ci sono state sviste innocenti o incolpevoli dimenticanze nello stilare la dichiarazione dei redditi.

La notizia sorprende e non di poco considerato che il nuovo redditometro è ancora al vaglio del garante per la privacy. Ma tant'è. L’Agenzia delle Entrate invia lo stesso la lettera, che non è il vero redditometro perché non vuole sapere quanti e quali sono i redditi dichiarati, ma in che modo si vive, di cosa si gode, se ci sono privilegi che cozzano con quanto si afferma nella dichiarazione dei redditi.

E non finisce qui, perché non basterà rispondere con prove documentali per giustificare eventuali cifre non dichiarate come donazioni, risparmi e quant'altro, ma l’Agenzia farà anche i suoi controlli incrociati per sapere tutto su beni mobili e immobili. Ovviamente, se il cittadino che rientra nei trentacinquemila avrà avuto l’accortezza di documentare tutto, anche il regalo in soldi ricevuto dai nonni a Natale, o l’auto regalata dallo zio per il compleanno, tutto finirà in modo pacifico e con una virtuale stretta di mano.

Ma che cosa succede se non sarà in grado di dimostrare come può permettersi lo stile di vita che ha? Allora inizieranno i guai, perché gli 007 del fisco indagheranno per scoprire tutto sulle spese sostenute in passato, su quelle correnti, sui beni più o meno costosi che mal si confanno con il reddito dichiarato. E quali sono questi beni ritenuti costosi? In pratica quasi tutto: viaggi, palestra, gioielli, auto. E se non si è in possesso degli scontrini, si spera che per i nuovi acquisti possa valere la scusante che non ci sono state entrate in più non dichiarate, ma si è semplicemente ricorso magari ai risparmi di una vita.

Il modello da compilare allegato alla lettera che l'utente sta per ricevere consta di tre colonne. Nella prima ci sono le spese sostenute nel periodo in esame che per l’Agenzia delle Entrate sono certe (contributi, assicurazioni, spese mediche). Nella seconda ci sono gli acquisti tracciabili come quelli fatti con strumenti elettronici. Nella terza colonna non c’è nulla perché dovrà servire all'utente per comunicare i saldi iniziali e finali dei propri conti correnti bancari nel periodo di competenza e per evidenziare eventuali errori commessi dall'Agenzia delle Entrate.

Se tutto al fisco sembrerà chiaro e soprattutto sincero, il contribuente riceverà una lettera d’invito per recarsi alla sede più vicina dell’Agenzia delle Entrate e qui il contraddittorio sarà chiuso definitivamente. Altrimenti? Altrimenti inizierà il balletto delle verifiche di tutto, con buona pace della privacy e della tranquillità dell’utente.