Dopo lunghe settimane di attesa, finalmente qualcosa si muove sul fronte della questione Pensioni per i Quota 96 della Scuola. Il Ministero dell'istruzione negli scorsi giorni ha avviato ufficialmente un "censimento" dei potenziali aspiranti alla cessazione dell'attività lavorativa con i requisiti previgenti la riforma Fornero.

In sostanza, il Miur tenta di elaborare un conteggio preciso di tutti quei lavoratori del settore istruzione che non sono riusciti ad andare in pensione a causa di un errore della famigerata riforma targata Elsa Fornero: il provvedimento, infatti, ha posticipato i termini del ritiro non tenendo conto della peculiarità del comparto scuola, che si basa sull'anno scolastico (termine al 31 agosto) e non sull'anno solare.

Un'ipotesi di modifica della normativa prevede appunto di fissare, per il personale della scuola, la data del 31 agosto 2012 (invece del 31 dicembre 2011) come termine entro il quale calcolare il possesso dei requisiti per il pensionamento: la Quota 96 come somma dell'età anagrafica e degli anni di contributi versati, i 65 anni di età per gli uomini e 61 per le donne, i 40 anni di contribuzione.

"Incastrati" in servizio, a causa della Fornero, ci sono migliaia di docenti e membri del personale scolastico, che da tempo chiedono a gran voce una risoluzione del problema. Quanti? Questo, appunto, il nodo fondamentale, dal quale dipende la quantificazione delle coperture economiche necessarie.

3500 era il numero di persone indicato inizialmente dal Miur, 9 mila quello individuato dall'Inps. Ora il censimento del ministero potrebbe finalmente fare chiarezza, anche grazie alle costanti pressioni dei sindacati di categoria.

La scadenza per la presentazione del modello da parte degli insegnanti interessati è fissata per il 15 ottobre.

Le dichiarazioni devono essere riconsegnate alla propria scuola di servizio, a meno che ci si trovi in posizione di comandato o collocato fuori ruolo, caso in cui bisogna presentarle all'Ambito Territoriale o all'ultima scuola di titolarità o di servizio. I Dirigenti Scolastici, invece, devono fare riferimento all'Ufficio Scolastico Regionale.

Il modello, aspetto da sottolineare, non non ha valore di istanza di cessazione dal servizio.

Qualcosa si muove, quindi: dal Miur arriva qualche segnale di attenzione verso la questione, anche se i Quota 96 attendoo da tempo novità di ben altro spessore: a quando la parola fine?