Qualcosa si muove nell'ambito della questione Quota 96 della Scuola: dopo il censimento avviato la scorsa settimana dal Miur (un'indagine conoscitiva che per la verità ha creato non poca confusione nel personale scolastico), oggi, giovedì 10 ottobre, il tema ritorna in Parlamento con la discussione degli emendamenti presentati dal Movimento 5 Stelle e dal PD.

Entrambi gli emendamenti, riuniti nel testo unificato C. 249 Ghizzoni e C. 1186 Marzana, chiedono di utilizzare, per il ritiro degli insegnanti dal lavoro, l'applicazione delle norme previgenti la riforma Fornero per chi abbia maturato, al 30 giugno 2012, i requisiti anagrafici e contributivi per andare in pensione.

La proposta di legge, ormai è noto, è in approvazione da diversi mesi, bloccata da problemi di coperture economiche.

La novità è che il Movimento 5 Stelle ha presentato un emendamento al Decreto Istruzione che contiene una nuova idea, proprio in merito alle risorse: individua le coperture necessarie per il pensionamento dei Quota 96 nelle disponibilità di competenza e di cassa relative alle spese rimodulabili del bilancio dello Stato, iscritte nello Stato di previsione del Ministero dell'economia e finanze e del Ministero dello Sviluppo economico nella Missione 11 "Competitività e Sviluppo delle imprese", non impegnate alla data di entrata in vigore del decreto legge.

Una nuova possibile soluzione che dovrà essere discussa a breve.

Intanto, sulla questione Quota 96 è tornato anche il ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza, assicurando il proprio impegno per la risoluzione del problema (ma evitando ancora una volta di fornire dettagli o scadenze).

Solo un accenno, in realtà, nel corso di un videoforum sul sito del quotidiano Repubblica: "Il mestiere dell'insegnante è usurante, ma ora abbiamo leggi che dobbiamo rispettare - ha affermato la Carrozza -. Certo, è necessario rimediare ai guasti che abbiamo fatto come quelli, i cosiddetti quota 96, che non sono riusciti ad andare in pensione".