La storia ha dell'incredibile, come riportato da organi di stampa. Un pensionato di Riccione, il sig.Emilio Casali di 84 anni, deve restituire all'Inps un centesimo percepito in eccesso durante il periodo dal 1996. Immaginatevi lo stupore e l'incredulità del ex-commerciante titolare di una boutique a Riccione.

L'Inps nella raccomandata motiva in questo modo la richiesta: "Sono state corrisposte quote di pensione non spettanti in quanto l'ammontare dei redditi personali è superiore ai limiti della legge 335 del 1995". Vi è anche una data di scadenza per onorare il debito, giovedì 14 novembre.

A prima vista sembra uno scherzo, invece è tutto vero. Si pensi inoltre che lo stato dà anche la possibilità di rateizzare l'importo, cosa che appare decisamente impossibile. Il pensionato e suo figlio sono intenzionati a non pagare,perché vogliono vedere cosa accadrà dopo la scadenza del 14 novembre, magari rateizzando l'importo. Sono infatti curiosi di conoscere in quale modo verranno calcolati gli interessi di mora.

Questa è purtroppo la burocrazia italiana, che per recuperare un centesimo, spende molto di più, mandando raccomandate e perdendo inutilmente tempo. Si consideri inoltre che la cifra poteva essere tranquillamente trattenuta dall'erogazione della stessa pensione.

L'Italia può essere considerata un Paese con un futuro se spende 5 euro per la raccomandata, più i soldi della carta, i costi dei dipendenti per l'impostazione della pratica, euro che spenderemo per recarci in posta e per pagare le tasse del bollettino? Tutto questo per incassare un centesimo.