Premessa: l'Iva, imposta sul valore aggiunto è l'imposta che paghiamo noi consumatori ogni qualvolta compriamo un bene o servizio. E' il venditore che deve versarla allo Stato (salvo evasione, che in Italia sappiamo essere abbondante).
L'aumento dell'iva che scatta il 1° ottobre 2013 tocca solo i beni sui quali si applicava l'aliquota del 21% mentre non riguarda i beni soggetti ad aliquota agevolata (4% e 10%).
Per capire cosa pagheremo di più si fa prima a elencare i beni che non subiscono l'aumento ovvero che "non dovrebbero subire l'aumento" altrimenti – diciamolo subito - si tratterebbe di manovre opportuniste dei commercianti:
- Tutti gli alimentari, ad eccezione di vino, bevande gasate e superalcolici (a cui si applica l'aliquota ordinaria)
- Medicine
- Hotel e ristoranti
- Acqua e luce per uso domestico
- Ristrutturazioni edilizie
- Prodotti editoriali cartacei
- Occhiali e lenti a contatto
- Mense aziendali e scolastiche
- Acquisto prima casa
Tutti gli altri beni e servizi, quindi, subiscono l'aumento, nella misura di 10 cent ogni 10 euro spesi.
Per quanto riguarda la decorrenza, si può contare sull'aliquota vecchia del 21% se la consegna, ad esempio, di mobili, è avvenuta prima dell'1 ottobre, anche se fatturata dopo.
Resta però un pesante interrogativo, che le associazioni dei consumatori non perdono occasione di rimarcare: l'aumento dell'Iva ordinaria, colpendo tutti i servizi di trasporto, nonché tutti i carburanti, si ripercuoterà inevitabilmente su tutti i beni di consumo che necessitano il trasporto ovvero proprio i beni alimentari !
Vedremo se questo servirà a incentivare ancor più i consumi a "chilometri 0" .