Riforma Pensioni Governo Letta, Giovannini interviene in merito al tetto di adeguamento delle pensioni all'inflazione nel corso di un seminario della Fiom dedicato al tema. Il ministro Giovannini ha dichiarato che a partire dal 2014 il tetto di adeguamento passerà dai 1500 euro attuali (tre volte il minimo) a 3000 euro (sei volte il minimo).

In molti attendono nell'ambito di una riforma pensioni del Governo Letta che ormai appare come una sequela di interventi, più che un'autentica e organica riforma, risposte a situazioni scottanti come quello dei Quota 96 della scuola o del riconoscimento delle peculiarità per lavoratori precoci e chi ha svolto lavori usuranti.

Su questi fronti, tuttavia, latitano le risposte. Il ministro Giovannini ha tuttavia annunciato l'aumento del tetto di adeguamento all'inflazione dai 1500 euro mensili fissati dalla legge di stabilità del 2012 ai 3000 euro mensili.

Giovannini ha dichiarato che "il parlamento ha previsto che dal 2014 il livello sei volte il minimo è quello sotto il quale non si possa bloccare l'indicizzazione. Io non ho nessuna intenzione di intervenire sotto quei livelli" e ha poi aggiunto: "Ci sarà una indicizzazione piena fino a certi livelli, meno per altri. Non intendo usare l'indicizzazione per fare cassa". La necessità di precisare che, su questo, non si vuole fare cassa, la dice lunga sulle perplessità che ormai ogni dichiarazione sul fronte pensioni genera negli ascoltatori.

Nell'ambito di una possibile riforma pensioni del Governo Letta, inoltre, si è discusso a lungo sulla possibilità di tagliare le pensioni d'oro e d'argento. Giovannini torna a parlare delle prime. Come è noto l'intervento specifico pensato da Monti venne bocciato dalla Corte Costituzionale, ma non sono in pochi a credere che interventi più accorti, che non riguardino solo tali pensioni ma una redistribuzione completa per tutto il settore, siano comunque possibile (tra gli altri ne è convinto Ferrero e sembra esserne convinto anche Renzi).

Col tempo anche Giovannini sembra aver cambiato idea, accettando ora la possibilità e ribadendo la volontà di intervenire in tal senso, poiché "anche se si tratta di poche persone, correggere questa situazione è un fatto di giustizia sociale".