La questione sull'efficaciao meno del Redditometro come strumento per sconfiggere l'evasione fiscale, sarebbeemersa a partire dalla Commissione Parlamentare di Vigilanza sull'Anagrafe,pare infatti che il Garante della Privacy stia verificando se i dati inseritiall'interno della banca dati dell'Anagrafe tributaria possano essereconsiderati di qualità e quindi utili ai controlli.

Il problema nascerebbedal fatto che non essendoci un metodo standard prestabilito di raccolta e classificazionedei dati tributari questi potrebbero non essere congrui e garantire unaccertamento, come invece prevedrebbe a monte lo strumento .

Sarebbe quindi messa indubbio l'efficacia stessa del Redditometro e di conseguenza la stessa Circolaredell'Agenzia dell'Entrate n. 24/2013 che affermerebbe, invece, che icontribuenti sottoposti a verifica e contraddittorio sarebbero stati scelti apartire da incongruenze con la dichiarazione dei redditi e dunque con i datipresenti nell'anagrafe sulla base di "elementi certi".

Il blocco del Garantealle lettere inviate dall'Agenzia delle Entrate che invitano i contribuenti alcontraddittorio, giunge dopo leinnumerevoli sentenze delle Commissioni tributarie che avevano più volte dichiaratoillegittimo il Redditometro, per più motivazioni:

  1. Lesivo nei confronti della privacy dei contribuenti
  2. Basato in parte sull'utilizzo di medie Istat chepossono non corrispondere alla realtà dei fatti.

Per sapere cosa decideràil Garante della Privacy, ossia se dare o no il via libera alle lettere dirichiesta di contradditorio, bisogneràaspettare fino almeno alla metà di ottobre.