Qualche piccola novità sulle Pensioni per gli esodati è finalmente emersa dal Consiglio dei Ministri del 28 agosto, anche se l'entità dei provvedimenti lascia scontenti Comitati e sindacati.

Il governo Letta ha stanziato un fondo di 700 miliardi di euro per coprire le necessità di 6500 esodati, selezionati - come ha dichiarato lo stesso premier nella conferenza stampa successiva al CdM - all'interno della "categoria più disagiata, quella dei licenziati individuali". Nel dettaglio, il plafond è suddiviso in tranche da 150 milioni fino al 2017.

In particolare, una nota tecnica dell'Inps descrive la platea degli interessati: i licenziati nel triennio 2009-2011 che maturano la decorrenza entro il 6 gennaio 2015.

Si tratta del quarto intervento di salvaguardia dopo i tre approvati dal governo di Mario Monti, che hanno complessivamente tratto in salvo circa 130 mila esodati. Ma i non salvaguardati restano ancora molti, e dopo l'annuncio dell'intervento sono tornati a protestare.

Sul piede di guerra i tanti comitati spontanei della categoria, che annunciano mobilitazioni. Il nuovo decreto del governo viene descritto senza mezzi termini come "una truffa, un contentino", i nuovi salvaguardati come "gli estratti della lotteria Letta".

Gli esodati lamentano di essere stati "sacrificati sull'altare dell'Imu". 

Scontenta anche la Cgil: "I primi atti del CdM, sia pur utili e importanti, lasciano irrisolti i temi della cassa integrazione e degli esodati" è il commento a caldo del sindacato, secondo il quale "i fondi sono esigui, servono a coprire solo l'immediata emergenza".