Le pompe di benzina resteranno chiuse dalle ore 22 di martedì 16 luglio fino alle ore 6 di venerdì 19 luglio, su tutta la rete autostradale, raccordi e tangenziali. Lo sciopero è stato indetto dalle associazioni dei gestori degli impianti di benzina: Faib-Conferscenti, Anisa-Confcommercio e Fegic-Cisl. Secondo loro il Governo è rimasto immobile dinanzi alle loro richieste e non ha provato nessuna mediazione per "impedire un vero e proprio olocausto economico perpetrato ai danni di centinaia di imprese di gestione e di oltre 6.000 lavoratori cui viene violentemente sottratto reddito e posto di lavoro".

L'Italia si appresta quindi ad affrontare uno dei weekend più caldi, e non solo da un punto di vista metereologico, di quest'anno. Ieri Zanonato, ministro dello Sviluppo Economico, aveva invitato i petrolieri a tener conto della situazione nel nostro paese. Ogni anno infatti spesso e volentieri si registrano aumenti di carburanti in prossimità della stagione estiva, quando ce n'è un uso maggiore da parte degli utenti. Il monito di Zanonato però non ha smosso i gestori, che hanno confermato la serrata generale fino a venerdì.

I prezzi del carburante continuano a lievitare su tutto il territorio italiano. In media la benzina ha un prezzo di 1,838 euro, mentre il diesel costa 1,741 euro. Il gpl, che pure ha avuto un'impennata del prezzo anche se più contenuta, costa in media 0,792 euro.

C'è grande preoccupazione tra le associazioni dei consumatori.

Adusbef e Federconsumatori hanno calcolato che i rincari comporteranno una spesa maggiore che oscilla tra i 4 ed i 7 euro per ogni pieno. Per questo motivo hanno chiesto l'intervento del governo, affinché la Guardia di Finanza intervenga per controllare la situazione e verificare le modalità degli aumenti dei prezzi del carburante. L'Italia si appresta ad una settimana di passione, e se la situazione non dovesse sbloccarsi, lo sciopero potrebbe allargarsi anche alle pompe cittadine.