Riforma Pensioni Governo Letta, le proposte di Renzi e Damiano a confronto, tra problemi di costituzionalità e mancanza di fondi. Continuano i forti dibattiti sul fondamentale tema della riforma pensioni del Governo Letta. Matteo Renzi come è noto ha lanciato una sua idea a Bersaglio Mobile, da Enrico Mentana. Il fulcro dell'intervento di Renzi è questo: è bene tagliare le pensioni d'oro, ovvero le pensioni con importo superiore ai 3 mila e 500 euro. Con un simile taglio d'emergenza (taglio sociale, lo si potrebbe definire) si potrebbero rimpinguare le casse statali.

Ma quali tagli ha in mente Renzi per la riforma pensioni del Governo Letta? Come spiegato a La Stampa e riportato da Lettera 43, tagli del 10% per le pensioni d'oro più blocco dell'indicizzazione della pensione per due anni, per un risparmio di circa 4 miliardi di euro, come messo nero su bianco dal renziano Gutgeld nella sua proposta di legge. Con il denaro si potrebbero finanziare apprendistati da 500 euro al mese per 700 mila giovani. Ma, questa proposta per la riforma pensioni del Governo Letta ha un'enorme problema, come ha spiegato lo stesso Damiano.

Damiano, ma non solo lui, hanno subito chiarito (su basi fondate, è bene dirlo subito) che la Corte Costituzionale boccerebbe la proposta in quanto andrebbe a tagliare solo una certa categoria di pensionati.

Damiano, dal canto suo, come tutti ricorderanno è l'autore della proposta di legge per la riforma pensioni del Governo Letta a oggi più discussa, e che verte sulla flessibilità. La proposta Damiano permetterebbe un ritiro tra i 62 e i 70 anni con 35 anni di contributi, a patto che per ogni anno di pensionamento anticipato si accetti una riduzione dell'assegno pari al 2%.

D'altro canto, per ogni anno posticipato si gioverebbe di un 2% aggiuntivo sulla somma.

Tuttavia, come spiegato anche in precedenza, anche la proposta per la riforma pensioni del Governo Letta avanzata da Damiano si trova davanti un'enorme problema: quello della volontà dello stato di continuare a battere cassa grazie alla riforma Fornero.

Che l'ostacolo principale sia questo lo ha confermato chiaramente lo stesso ministro Giovannini.

Insomma, per la riforma pensioni del Governo Letta Renzi vorrebbe tagli agli assegni di lusso, ma la Corte Costituzionale non approverebbe, Damiano vorrebbe la flessibilità ma lo stesso governo, con ogni probabilità, non ne accetterà i termini. A settembre il governo dovrebbe subito affrontare la questione, sarebbe quindi fondamentale arrivarci con le idee chiare. Ma di idee chiare, al momento, non se ne vedono.