Riforma Pensioni Governo Letta, le posizioni di Giovannini, Damiano e Airaudo a confronto: riassumiamo alcuni dei più importanti e significativi in merito alla futura riforma delle pensioni in Italia.

Sulla riforma delle pensioni del Governo Letta ha avuto, e ha ancora, una voce importante Damiano del Partito Democratico, autore della proposta di legge per una riforma pensioni mirata a un grande aumento della flessibilità. Come vedremo, Airaudo di SEL è contrario, il ministro Giovannini, invece, più che esprimere un giudizio parla di impossibilità economica di realizzazione.

Ma torniamo a Damiano.

La proposta per la riforma pensioni del Governo Letta presentata da Damiano è la seguente: anzitutto si estende la protezione su nuovi salvaguardati, poi si punta tutto sulla flessibilità La possibilità di andare in pensione si avrebbe tra i 62 e i 70 anni, con 35 anni di contributi. Rispetto al paletto dei 66 anni, per ogni anno di anticipo si dovrebbe accettare una riduzione del 2% dell'importo della pensione, per un massimo dell'8%, mentre dall'altro lato si avrebbe un bonus del 2% per ogni anno di ritardo, fino alla soglia massima dei 70 anni.

Sulla proposta di Damiano per la riforma pensioni del Governo Letta Giovannini si è espresso chiaramente. Non tanto giudizi di merito, quanto di fattibilità: la crisi esclude un simile, ulteriore intervento sulle pensioni.

Almeno per ora. Giovannini sulla riforma prende tempo e chiarisce bene perché la riforma pensioni viene rimandata. Inutile girarci intorno: il Governo non procede perché con la proposta Damiano (per esempio) farebbe meno cassa. La motivazione è stata, come abbiamo visto, confermata ufficialmente.

Ma sulla futura riforma pensioni del governo oltre a Giovannini si espresso anche Airaudo, sempre in riferimento alla proposta di legge di Damiano.

In un'interessante intervista a Il Sussidiario Giorgio Airaudo di SEL boccia la proposta Damiano perché, con le sue riduzioni per il pensionamento anticipato "scarica sui lavoratori i problemi del sistema" e si esprime a favore di un abbassamento dell'età minima pensionabile, proponendo per altro un'interessante differenziazione in base al lavoro svolto: "Ci sono lavori che non si possono fare a 65 anni, ma neppure a 64 o 63, come l'infermiere, la maestra d'asilo o la catena di montaggio, o altri, come il professore universitario, che si possono continuare fino a 70 anni".

Queste, in breve, tre posizioni in merito alla riforma pensioni del Governo Letta, che per ora ha deciso, anche in questo, di rimandare. Voi cosa ne pensate della proposta Damiano? Meglio abbassare l'età minima come proposto da Airaudo? Lasciateci un vostro parere commentando qui sotto.