Aziende in crisia Massa Carrara, non è una novità, ma a certificare ulteriormente questo fenomenoarrivano altri dati del Cna (ConfederazioneNazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa). Rispetto ad aprile2012 è stato registrato un aumento del 70% della richiesta di concordati preventivi da parte delle impresein crisi economica.

Ma come mai un boom del numero di concordati così alto nell'ultimoanno, mentre la crisi economica è cominciata nel 2008? La causa è daindividuare in una nuova tipologia diconcordato molto diffusa ultimamente soprattutto fra le aziende municipalizzate, "Uno strumento– spiega Paolo Bedini, presidenteprovinciale del Cna – richiesto e spesso concesso con troppa facilità che sista rivelando una comoda alternativa al fallimento".

Il concordatopreventivo, ricordiamo, è una procedura attraverso la quale l'imprenditore cercaun accordo con i propri creditori per superare la crisi ed evitare il fallimento. Con questa nuova tipologia però, ilconcordato "in bianco" o pre-concordato, è possibile presentare domanda senzaun piano di risanamento aziendale, al fine di ottenere agevolazioni, anche coneffetto retroattivo.

"I presupposti della riforma della legge fallimentare eranoottimi – dichiara il presidente Bedini – ma il concordato in diversi casi non èl'occasione per una ristrutturazione di successo e, al contrario, diventa unascappatoia per non pagare in forma legalizzata i fornitori, subappaltatori ealtri creditori".

Insomma quella che doveva essere una risorsa per i piccoli imprenditori e i piccoli creditori,sta causando un corto circuito da cui difficilmente si verrà a capo e ilparadosso è che a sfruttare questa forma di tutela siano quelle società a partecipazione pubblica come Cermec,Errerre e Cat, l'ultima delle quali è attualmente in liquidazione e l'unicopercorso prevedibile è quello del concordato.

"Questo modo di concordare rappresenta uno schiaffo alsistema economico – denuncia PaoloCiotti, direttore provinciale del Cna – una penalizzazione per tutti quegliimprenditori che fanno ogni sforzo per non fallire e per onorare i loro impegnicon i creditori. Questo concordato lascia nella maggior parte dei casi a manivuote la stragrande maggioranza dei creditori, soprattutto quelli medio piccoli".

E la politica che fa?Nulla, tanto per cambiare. L'amministrazione di Massa lascia chiudere quattroimprese al giorno e non le tutela, sostenendo invece quelle società municipalizzate cherappresentano solo un grande costo per la comunità, in termini di spesapubblica e mancanza di servizi (la Cermec è responsabile della mala gestionedei rifuti).

Al sindaco Alessandro Volpie all'assessore alle attività produttive GabrieleCarioli, gli imprenditori e tutti i cittadini di Massa chiedono: perché inquesti casi non vengono individuate responsabilità manageriali? Dov'è lapolitica di sostegno alle imprese e sviluppo economico promessa alle elezioni? Sela giunta Volpi non risponderà coifatti a questi interrogativi, il conto verrà pagato in termini di voti a finelegislatura.