E' uno degli argomenti più spinosi da affrontare per il neonato governo Letta, e forse quello che ha attirato le maggiori critiche sul precedente esecutivo Monti: il capitolo Pensioni.

La riforma del lavoro Fornero, tanto discussa e tanto odiata da molti, è stata coniata sotto la pressione dell'Europa, e tra le altre conseguenze ha creato una schiera di persone, gli esodati, che ora risulta per così dire "sospesa", senza più un lavoro ma al momento senza pensione. Le ultime stime parlano di ben 150 mila italiani in questa condizione.

Ora il nuovo governo, sotto la guida di Enrico Letta, sta cercando nuove soluzioni per venire incontro a questa categoria e, più in generale, per rendere più equilibrato il sistema previdenziale italiano.

In settimana il ministro del lavoro Enrico Giovannini ha presentato un piano di interventi di correzione della riforma Fornero: parola d'ordine fondamentale è la flessibilità.

Le nuove norme in materia di pensioni, infatti, dovrebbero prevedere la possibilità per il lavoratore di scegliere di ritirarsi anticipatamente, in cambio di una penalizzazione economica in termini di importo dell'assegno. Al contrario, prevederebbero incentivi per chi decidesse di posticipare il ritiro. La libertà di scelta sarebbe fissata tra i 62 e i 70 anni, con disincentivi o premi che andrebbero da -8% nell'assegno (per chi lascia il lavoro, appunto, a 62 anni) a +8% (per chi decidesse di continuare a lavorare fino ai 70).

Capitolo esodati: per questa categoria allo studio del governo c'è prima di tutto una "mappa concettuale", per inquadrare meglio aspetti e dimensioni numeriche del problema. La questione potrebbe essere poi affrontata, secondo quanto anticipato da Giovannini, allargando in parte le maglie delle tre "salvaguardie" già introdotte per alcuni altri gruppi in difficoltà: tra questi, i contributori volontari e coloro che hanno lasciato il posto di lavoro a seguito di accordi.

Nella riforma del sistema previdenziale avrebbe un posto anche un altro gravissimo problema del paese: la lotta alla disoccupazione giovanile. In una sorta di staffetta generazionale, il lavoratore anziano potrebbe scegliere di accettare, negli ultimi anni di attività, un part time, permettendo all'azienda di assumere un giovane per svolgere parte dei suoi compiti.

Nella loro prima formulazione, queste proposte hanno incontrato il favore di Pd e Pdl, e hanno anche incassato l'appoggio del presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua. Sì con riserva, invece, da Scelta Civica di Monti. Il dibattito è aperto.