Alle 14:08, durante il Consiglio dei Ministri, un tweet del Presidente del Consiglio Letta comunica: "Nel cdm oggi trovato l'accordo su abrogazione finanziamento pubblico dei partiti. Ora la ragioneria deve preparare le norme fiscali del ddl."

La riunione del Cdm iniziata questa mattina proponeva come ordine del giorno la possibile abolizione del finanziamento pubblico ai partiti paventato in questi ultimi mesi dal Sindaco di Firenze Renzi e gran parte del PD. Il testo riformativo, messo a punto nei giorni scorsi dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Filippo Patroni Griffi,  auspica un'accelerazione  del Governo per una risoluzione definitiva di questa legge, conseguenza anche di eventi collegati alla cronaca giudiziaria, che hanno portato all'arresto di molti consiglieri regionali che si sono illecitamente appropriati, per scopi puramente personali, di questi fondi che provengono dalle tasse pagate dai contribuenti.

Il finanziamento pubblico, introdotto dalla legge Piccoli n.195 del 2 maggio 1974 con le conseguenti modifiche, viene utilizzato dai partiti politici come fondo finanziario per poter concludere le proprie attività politiche e per rafforzare gli apparati burocratici e disincentivare la partecipazione interna, almeno secondo il volere del legislatore. Adesso con questa modifica legislativa i partiti dovranno, oltre l'introito che deriva dall'iscrizione, trovare altre tipologie di finanziamento per restare in "vita". Il nodo centrale di questa riforma è la possibilità per i partiti di essere rimborsati delle spese sostenute in campagna elettorale solo dietro presentazione di una "documentazione idonea", quindi non sarà prevista una erogazione diretta di denari ai partiti.