Cresce spaventosamente il numerodi giovani italiani costretti ad emigrare all'estero per valorizzare unaprofessionalità oppure, ancor peggio, di coloro che abbandonano il paese perchéda noi, un lavoro, non l'hanno mai trovato.

Ma quanto ci costa in terminieconomici, oltre che umani, questa nuova forma di emigrazione ?

Secondo i dati del Presidente diConfindustria Giorgio Squinzi, la "fuga di cervelli" ci costa circa 5 miliardidi euro. "Se contiamo che un ricercatore è un investimentocollettivo di circa 800 mila euro - ha spiegato il rappresentante degli industriali - in questi anni l'Italia haregalato ai propri competitori grosso modo 5 miliardi di euro".

Le cifre menzionate confermano sostanzialmente,i dati stimati nel 2010 dall'Icom (Istituto per la Competitività): negli ultimi 20 anni – secondo questo studio -l'Italia ha perso quasi 4 miliardi di euro. Ma in base a quali calcoli sievince questo numero? La cifra corrisponde a quanto ricavato dal deposito di155 domande di brevetto, delle quali "l'inventore principale è nella listadei top 20 italiani all'estero" e di altri 301 brevetti ai quali diversiricercatori italiani emigrati hanno contribuito come membri del team diricerca. Questi brevetti in 20 anni sono arrivati a un valore di 3,9 miliardidi euro. Secondo l'Icom, mediamente ogni cervello in fuga può valerefino a 148 milioni di euro (nel caso in cui arrivi ai livelli degli scienziatipiù produttivi della Top 20 elaborata dall'associazione Via-Academy,costituita da un gruppo di ricercatori italiani che vivono e lavoranoall'estero).

Un calcolo che nello specifico può essere contestato, ma èindubbio che i tanti brevetti depositati dagli scienziati italiani all'esterosi traducano in danaro. 

Euro in più, euro in meno, il fenomenoemigratorio in corso, costituisce non solo un problema di ordine sociale, maanche e soprattutto di carattere economico, tant'è vero che "i nostricompetitori increduli ringraziano del prezioso regalo", ha affermatoSquinzi intervenuto in queste ore ad un convegno della Fondazione Politecnicodi Milano.

E poi aggiunge "noiadulti siamo stati troppo indulgenti in tutti i campi con la mediocrità e ilnepotismo e lo scivolamento progressivo del nostro paese nelle classifichemondiali di competitività è anche il frutto di questa eccessivatolleranza". Quanto alle università "sono state via via sorpassatedai nuovi protagonisti asiatici e il doloroso esempio di questo arretramento èla diaspora dei ricercatori, dei migliori e dei più competitivi, che lascianoun paese avaro che non sa trattenerli"

Quanto sarà alto il dazio dapagare per le "perdite umane" legate a questa nuova espressione di emigrazione?