I giudici della seconda sezione della Corte d'Appello di Milano presieduti da Alessandra Galli, hanno confermato la condanna per Silvio Berlusconi di 4 anni di reclusione - 3 dei  quali condonati per indulto - più l'interdizione per 5 anni dai pubblici uffici come pena accessoria, quindi confermando la sentenza di primo grado emessa il 26 Ottobre 2012.

Il fondatore del Pdl è accusato di frode fiscale e appropriazione indebita nell'ambito del processo che riguarda la compravendita di diritti televisivi, da parte di Mediaset, attraverso società offshore riconducibili al gruppo gestito da Berlusconi commessa tra il 2001 e il 2003.

Confermata anche la condanna a tre anni di reclusione per il produttore statunitense Frank Agrama e la non colpevolezza di Fedele Confalonieri.

Da sottolineare che la stessa Corte ha rigettato la richiesta avanzata dal pool degli avvocati di Berlusconi guidati da Ghedini di sospendere il processo in attesa di una pronuncia della Corte Costituzionale in merito al conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato in merito ad un legittimo impedimento sollevato dalla Presidenza del Consiglio e non tenuto in considerazione dai giudici.

In attesa delle motivazioni alla sentenza,  molte  sono state le conteste da parte dei rappresentanti del Pdl che vedono in questo atto un ulteriore accanimento contro il cavaliere e affermano che se il processo fosse stato affrontato in un'altra aula giudiziaria, la sentenza sarebbe stata diversa.

Ironia sulla faccenda su Twitter: un account apparentemente intestato all'ex moglie di Berlusconi, Veronica Lario, commenta la condanna. La "fake" Lario tra il serio e il faceto da Twitter chiede lumi ai suoi followers sulla possibilità di continuare a ricevere i tre milioni di euro mensili anche se l'ex marito dovesse andare in carcere. Nello specifico ha twittato: "Dal carcere si possono fare bonifici?": ai giudici l'ardua sentenza.