Quando si parla di Pensioni, si è certi di toccare un tastodolente per molti italiani. Il sistema pensionistico del nostro paese ècostantemente messo sotto la lente d'ingrandimento dei media e dei semplicicontribuenti, il motivo è chiaro a tutti, questo sistema, che dovrebbegarantire una vita decente a chi ha lavorato per decenni, non funziona comedovrebbe. L'età del pensionamento si è alzata e il denaro percepito dallastragrande maggioranza dei pensionati, è sempre lo stesso, se non meno.

La crisi economica ovviamente fa sentire ancora di più il suopeso a chi percepisce solo il minimo della pensione, quindi viene quasinaturale fare riflessioni sul perché il nostro paese non riesca a garantire ladignità di persone che hanno lavorato una vita.

Da una notizia Agi, si apprende che circa tredici persone sucento riscuotono meno di cinquecento euro al mese e che oltre due terzi deipensionati, non superano i mille.

Le donne sono molto penalizzate da questo sistemapensionistico: infatti, nel 2011 annualmente, l'importo degli assegni erogatidalla Previdenza Sociale, si differenziava rispetto a quelli percepiti dagliuomini, di circa cinquemila euro.

Con la rivoluzione del sistema previdenziale italiano, cheha visto la luce nel 2011, l'età pensionabile si è alzata, soprattutto per gliuomini che, nati nel 1952, si sono visti slittare di ben cinque anni l'agognataretribuzione pensionabile.

Nel 2013, la prospettiva di vita incide sulla pensione di vecchiaia; infatti, viene allungata di tre mesi; per le donne lavoratrici autonome odipendenti private l'età è dai sessantadue ai sessantatré anni e nove mesi, perle donne dipendenti pubbliche arriva a sessantasei anni e tre mesi, stessa cosaper gli uomini, che essi siano dipendenti o autonomi.

Per quanto riguarda le pensioni di anzianità, nel 2014scatterà un ulteriore slittamento di un mese, quindi si arriverà a doverversare quarantuno anni e sei mesi di contributi, per le donne, quarantadueanni e sei mesi, per gli uomini.

L'adeguamento alle speranze di vita, che come sopra detto èdi tre mesi, è valido per tutti i tipi di pensione; ha una validità triennale,fino al 2019, anno in cui diventerà biennale.

Nel 2021, i fortunati cheriusciranno a percepire la retribuzione avranno, quindi, un'età minima di sessantasetteanni.

Subisce una variazione anche l'età massima per andare inpensione, che anch'essa adeguata alle prospettive di vita, passa a settantaanni e tre mesi, nel 2013, per arrivare, secondo le stime della ragioneria diStato, a settantacinque anni e tre mesi nel 2065.

Chi avesse provveduto a versare tutti i contributi, mavolesse andare a riposo anticipatamente, si vedrebbe decurtare l'importo della pensioneda un minimo dell'1% per un solo anno di anticipo, fino ad arrivare al 6% perchi decidesse di anticipare di quattro anni.

La rivalutazione delle pensioni, cambia gli importi, ancheper gli invalidi civili, ma modifica sostanzialmente anche i limiti reddituali,sui quali viene eseguito il conteggio per la retribuzione; se, per esempio, lasomma della pensione d'inabilità con il reddito del coniuge, supera i 16.127,30lordi, l'assegno d'invalidità non sarà più erogato.

L'economia, non solo italiana, sta subendo un'involuzionespaventosa, l'unica speranza è che arrivando a toccare il fondo del barile, siriesca finalmente a capire come fare perpoter risalire.