Venerdì 5 aprile. La corte costituzionale del Portogallo ha respinto quattro misure di austerità previste nel budget annuale del governo in carica. Una sentenza che infligge un duro colpo alle finanze pubbliche del paese, ma che non dovrebbe far deragliare le riforme biennali nate dopo il piano di salvataggio.

Respingendo queste misure, la corte dovrebbe privare il Portogallo di circa 900 milioni di euro di ricavi netti. Secondo Diario Economico, un influente quotidiano nazionale del settore, il governo avrebbe stimato le perdite a 1.3 miliardi di euro.

L'indebitamento elevato ha costretto la nazione lusitana ad approvare un piano di salvataggio, presentato da Unione Europea e Fondo Monetario, da 78 miliardi di euro.

Le misure di austerità ammontavano a 5 miliardi di euro e comprendevano i più alti aumenti fiscali che si possono ricordare nella storia portoghese. La bocciatura avrà un impatto di solo 1.2 - 1.3% sulla spesa totale e, secondo alcuni economisti, un taglio del genere si sarebbe potuto anche mettere in prospettiva e non dovrebbe sconvolgere il budget pubblico del paese. E soprattutto non dovrebbe portare alla temuta crisi politica.

Naturalmente il governo dovrà cercare di trovare misure di compensazione e pertanto dovrà farlo con gli istituti di credito.

E' certo che l'esecutivo non getterà la spugna. Già nella giornata di sabato c'è stato un vertice di gabinetto da cui non è trapelato molto, se non che si prevede un taglio al deficit di bilancio dal 6.4%, come nel 2012, al 5,5% del Pil 2013.

Dal canto loro le banche potrebbero dare al Portogallo più ampi margini di manovra in termini di obiettivi di bilancio.

La storia della vicenda racconta che mercoledì scorso il governo è riuscito a battere una mozione di sfiducia, anche se il passo falso di venerdì ne rende il cammino in salita sotto la costante pressione dell'opposizione socialista guidata da Antonio Seguro.

Intanto il presidente Anibal Cavaco Silva ha confermato che il voto di fiducia ha legittimato l'attuale maggioranza in parlamento a governare.

La sentenza della corte costituzionale nasce dalle indagini sul bilancio chieste dai partiti dell'opposizione, i quali sostenevano che i tagli voluti dal governo sulle pensioni e sulle prestazioni sociali minacciassero i diritti fondamentali dei lavoratori.

Il tribunale ha respinto, oltre ai sopracitati punti, anche le riduzioni per il congedo di malattia e disoccupazione; confermando invece la riduzione del numero degli scaglioni fiscali, che da sola porta un fatturato stimato di oltre 2 miliardi di euro. La telenovela corte - governo si era già vista l'anno scorso quando l'esecutivo fu duramente colpito dalla decisione di tagliare i salari del settore pubblico, costringendolo a rifugiarsi nell'aumento delle tasse. L'austerità in Portogallo ha suscitato molte proteste di massa, ma per ora le mobilitazioni e i comizi sono stati più pacifici.