Diventa sempre più pesante la pressione fiscale nel nostro Paese.Imu. Tares, aumento dell'Iva, sono, in ordine di tempo, gli ultimitributi che concorreranno a rendere le tasche degli italiani sempre piùleggere.

La percentuale di incidenza delle tasse sul reddito, è arrivataormai al 45% e la percentuale sale ancora (oltre il 55%) seconsideriamo la pressione fiscale sull'economia regolare, ovvero dichi le tasse le paga davvero. Nonostante tutto, lo Stato ancora nonriesce a trovare un accordo per pagare i debiti che ha nei confrontidelle imprese italiane e a dare un po' d'ossigeno ad una economia diun Paese ormai alla frutta.

Il tutto conduce a quello che è ormai unparadosso nel Bel Paese, ovvero alla chiusura di diverse aziende chefalliscono non per debiti ma per crediti che vantano verso laPubblica Amministrazione e che non riescono a riscuotere. Almenolo Stato trovasse misure per compensare questi crediti nei confrontidelle imprese con ciò che le imprese devono pagare in termini ditasse e contributi, pensano in molti.

Con l'estate, per i contribuenti arriveranno tempi ancora peggiori (più che di fresco refrigerante si parlerà di ghiaccio bollente),viste le numerose scadenze fiscali che dovranno affrontare. Tramaggio e giugno infatti, dovremo pagare la nuova Tares, la prima ratadell'Imu, l'Irpef e le nostre tasche saranno erose anche dall'aumentodell'Iva che passerà dal 21 al 22 per cento.

Da tenere in considerazione anche l'aumento, per piccolicommercianti ed artigiani, dello 0,45 per cento annuo sui contributiche dovranno pagare all'Inps sino al 2018.

Le aziende saranno inoltre anche penalizzate dall'aumentodell'imposta sui capannoni, in seguito all'inasprimento delcoefficiente per la determinazione della base imponibile.

L'auspicio è che finalmente chi è deputato a farlo, si prendacarico delle esigenze e delle problematiche del Paese, cercando ditrovare le soluzioni migliori per rimettere in moto la locomotivaitaliana, prima che la Nazione intera, sia costretta a muoversi apiedi o ad emigrare altrove.