Movimento Cinque Stelle, il voto a Beppe Grillo può essere considerato un voto generazionale che apre un'autentica questione di conflitto o comunque attrito tra generazioni che trova espressione nel voto? La questione va molto oltre la semplice constatazione che il Movimento Cinque Stelle abbia le sue migliori percentuali fra gli elettori under 25.

Il Movimento Cinque Stelle apre anche ad analisi sociologico-politiche. Una questione su cui sono tornati alcuni redattori del sito La Voce e che è stata ripubblicata oggi da Il Fatto Quotidiano. I voti a Beppe Grillo e al Movimento potrebbero rappresentare secondo lo studio la spia che il conflitto generazionale finora sopito in Italia si stia risvegliando e che il voto ne sia l'espressione.

In Italia da un lato troviamo flessibilizzazione nel mercato del lavoro ai danni soprattutto dai giovani, ma anche una spesa del welfare nettamente squilibrata in favore degli anziani (12 volte quella per i giovani contro la media di 3 dell'UE15), nonché la spina nel fianco dei giovani rappresentata dal sistema pensionistico passato alla formula contributiva.

Il Movimento Cinque Stelle potrebbe quindi rappresentare il perno per studi molto interessanti. L'Istituto Tecné ha diffuso di recente una stima secondo cui ben il 37,9% degli elettori under 30 avrebbe votato Il Movimento con portavoce Beppe Grillo.

I redattori de La Voce hanno invece, in base a tutta una complessa rete di fattori, basandosi sul confronto tra i consensi elettorali espressi alla Camera e al Senato (dove gli under 25 non possono votare) ha estrapolato un dato ancor più clamoroso, da prendere con le pinze ma che è in fondo confermato almeno fino a un certo punto dall'indagine Tecné: tra i 18 e i 24 anni il 47,2% dei votanti si è espresso in favore del Movimento 5 Stelle. Dati che davvero fanno riflettere sulle politiche dei governi precedenti che hanno pesato, costantemente e con forza contro la fascia di popolazione più giovane.