Alcunigiorni orsono, afferma Equitalia in una nota, alcuni parlamentari avrebberostigmatizzato il fatto che a partire dal 1° maggio di quest'anno a chi sitroverà a pagare in ritardo quando dovuto,verrà applicato un aumento del tasso degli interessi di mora pari al 15%.

Nella suanota ufficiale la società pubblica di riscossione dei tributi precisa chequesto ulteriore balzello non è un alcun modo frutto di una decisione autonomaadottata dai vertici di Equitalia in maniera del tutto arbitraria, comeaffermato da alcuni parlamentari. L'aumento del 15% degli interessi di moraapplicato alle cartelle esattoriali in caso di ritardato pagamento èconseguenza, precisa Equitalia, di una espressa previsione legislativa: èdifatti l'art.

30 del dpr 602/1973 a prevedere l'adeguamento annuale dei tassidi interesse. Equitalia precisa dunque di non avere alcun margine didiscrezionalità riguardo all'adozione del provvedimento di adeguamento deitassi di interesse, nel senso che questo verrebbe ad essere adottato in virtùdi un automatismo previsto dalla legge.

In buonasostanza le accuse dei parlamentari rivolte al fisco, vengono rispedite almittente, chiarendo che sono gli stessi parlamentari a dover modificare lalegge vigente al fine di evitare l'automatico adeguamento annuale dei tassi diinteresse. "Continuare ad accusare Equitalia per responsabilità che non ha – siaggiunge nella nota ufficiale - non fa altro che alimentare il clima ditensione che, anche in questi giorni, ha portato a episodi di intimidazione neiconfronti del personale.

Si precisa inoltre che gli interessi previsti nellecartelle sono riscossi da Equitalia per conto degli enti pubblici creditori aiquali vengono riversati insieme a tributi e sanzioni".

Alcuni giorni fa anche i sindacati di categoria di CGIL, CISL eUIL si erano premurati di stemperare la tensione generatasi nei confronti diEquitalia e dei suoi funzionari e dipendenti, tensione sfociata nei predettiatti di intimidazione, e lo avevano fatto attraverso una chiara ed inequivocabilecondanna di qualsiasi atto di violenza e di minaccia intimidatoria, definitodagli stessi sindacati come frutto di una cultura di tipo squadristico.