La Tares, nuova imposta sui rifiuti che ha sostituito da quest'anno Tarsu e Tia, continua a far discutere il paese. Una delle tasse più contestate e odiate degli ultimi tempi, la Tares è causa delle preoccupazioni dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani, che contesta la decisione di rinviare il pagamento della prima rata al mese di luglio.

"Più che di rischio paralisi possiamo parlare ormai di una certezza - dichiara il delegato alle politiche dell'energia e dei rifiuti dell'Anci Filippo Bernocchi - mezza Italia si troverà con i rifiuti in strada se non interverrà nell'immediato un provvedimento di urgenza che permetta ai Comuni di riscuotere l'acconto Tares da aprile, così come consuetudine".

Bernocchi lancia l'allarme a seguito di un incontro con una delegazione di aziende del settore. La Tares è stata istituita con D.L. 201/2011, art. 14, ed è entrata definitivamente in vigore per effetto della "Legge di Stabilità" del governo Monti. L'obiettivo è la copertura economica, per intero, del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti del Comune. Benchè l'imposta sia già operativa, però, la prima rata di pagamento è prevista soltanto per il mese di luglio. 

"Non si comprende come sia stato possibile, se non per demagogia, operare la proroga della riscossione di un tributo che serve interamente per pagare i costi del sevizio rifiuti - continua Bernocchi - riscossione che in luglio, oltretutto, andrà a coincidere con diverse altre scadenze tributarie".

Tra cui la prima rata dell'Imu. "Ci appelliamo al  governo uscente e al buon senso della politica, se ne è ancora rimasto - conclude Bernocchi - per un intervento risolutivo che scongiuri l'emergenza che potrà dilagare nelle prossime settimane".