Primo importante stop al Redditometro: è quello che è arrivato da una sentenza del Tribunale Civile di Napoli, sezione di Pozzuoli, che ha criticato lo strumento perchè lesivo della privacy.

Nel dettaglio, si legge nella sentenza del giudice Antonio Lepre, il Redditometro determina "la soppressione definitiva del diritto del contribuente e della sua famiglia ad avere una vita privata, a poter gestire autonomamente il proprio denaro, a essere sottoposto all'invadenza del potere esecutivo, senza dover dare spiegazioni e subire intrusioni su aspetti anche delicatissimi della propria vita privata, l'educazione e mantenimento della prole, la propria vita sessuale".

Alla base del provvedimento c'è il ricorso presentato negli scorsi mesi da un contribuente che non voleva rivelare al Fisco i dettagli della propria vita privata. Ricorso accolto, e clamorosa bocciatura di quello che, nelle intenzioni dell'Agenzia delle Entrate, è destinato a diventare il più potente strumento anti-evasione. Il magistrato ha ordinato anche di "non intraprendere alcuna ricognizione, archiviazione, o comunque attività di conoscenza sull'archiviazione dei dati" del contribuente che ha presentato il ricorso,"cessarla se iniziata" e di "distruggere tutti i relativi archivi"

La sentenza partenopea costituisce un precedente importante, che farà sicuramente discutere. Si tratta del primo stop giudiziario da quando il Redditometro è entrato in vigore, il 4 gennaio 2013.

In precedenza, critiche pesanti erano arrivate da più parti: tra gli altri, l'Adusbef aveva bollato il programma come "incostituzionale", perchè "pone a carico del cittadino contribuente l'onere della prova, che in qualsiasi civiltà giuridica dovrebbe essere posto in capo all'amministrazione pubblica".