Il nuovo Riccometro,non ancora entrato in vigore, già suscita molte polemiche. Tra i vari problemi emersi, uno è di importanzasostanziale e si chiama retroattività.

Il Nuovo Isee 2013 presenta una rischiosa retroattività fino a tre anni sulle donazioni di immobili antecedenti larichiesta di assistenza in una struttura sanitaria (Rsa).

Ricordiamo che la ResidenzaSanitaria Assistenziale è compresa nella rete dei servizi territoriali di primo livello e rappresenta una soluzione di cura e assistenza dell'anzianonon più autosufficiente che, percause di tipo sanitario o socio-ambientale, non può ricevere un'assistenzapresso la propria abitazione.

La Rsa garantisce tutti i servizi disposti dalle normative nazionali e regionali inmerito alla gestione dei residenze sanitarie per anziani.

Una persona anziana,per intenderci, che prima di chiedere il ricovero presso una strutturaassistenziale volesse donare la casa ai figli, non vedrebbe la riduzione delproprio Isee. Questo perché la retroattività controlla il possesso dell'immobilefino ai 3 anni precedenti la richiesta di ricovero. Un bel guaio quindi, anche perché nel Riccometro sarà proprio l'immobile apesare di più a confronto delle altre voci, a causa dell'aumento del 60% dellerendite catastali determinate dall'Imu.

Se un genitore decidesse di donare la casa di famiglia al proprio figlio prima di entrate in Rsa, al fine di abbassare la propria soglia Isee e godere del servizio gratuitamente, con la nuova Riforma si vedrebbe comunque penalizzato.

Infatti lapersona anziana che richiede il ricovero porterà "in dote" comunque l'immobile, pur non essendone più ilproprietario, incrementando così la soglia Isee e perdendo di conseguenza il diritto all'assistenza gratuita. L'anzianoche prima poteva usufruire della prestazione gratuitamente, con la clausola cheprevede la retroattività fino a tre anni sulle donazioni di immobili, si vedràcostretto a contribuire alla retta.

Un altro problemache colpirà molte famiglie italiane è che, qualora, il reddito o la pensione dell'anzianonon fossero sufficienti per coprire la retta, sarà il figlio, o i famigliari, a doversi sobbarcare, in quanto "civilmente obbligati", la quotamancante.

L'Isee così facendo non sembra più unparametro personale che consente all'anziano di usufruire di determinateprestazioni agevolate, ma un indicatoreallargato a tutta la famiglia.