I commercialisti si sono a lungo interrogati sulla validitàdelle nuove "armi" anti-evasione messea punto dall'Agenzia delle Entrate e non hanno mai nascosto le loro perplessità in merito all'efficienza dei duestrumenti utilizzati; Redditometro e Redditest sono complementari nella lottaall'evasione fiscale, due facce della stessa medaglia.

Enrico Zanetti, commercialista nonché direttore delcentro studi Eutekne.info, sostieneche il nuovo redditometro sia divenuto una sorta di studio di settore per le famiglie. Verranno, a suo dire, spostatisu oltre 40 milioni di contribuenti i problemi con cui fino ad oggi si sonodovuti confrontare 5 milioni di partiva Iva.

Se da un lato vi sarà l'efficaciaaccertativa, dall'altro gli strumenti si porteranno dietro i relativi difetti e gli inevitabili limiti ditutte quelle procedure che si basano su calcolistatistici, troppo spesso non attinenti alla realtà del contribuente. Ilquale deve poi riuscire a dimostrare, in sede di eventuale accertamento, che ilreddito presunto attribuitogli nullao poco ha a che fare con quello effettivamente guadagnato e quindi giustamente dichiarato.

Da un lato vi è quindi l'attuale redditometro consideratotroppo statistico, sebbene pare vi siano dei cambiamenti in atto, persviluppare una nuova versione che dovrebbe essere più light per il contribuente, dall'altra vi è il redditest, che è invece un softwarecreato dall'Agenzia delle Entrate per consentire ai contribuenti di verificareautonomamente la coerenza delproprio tenore di vita con la propria dichiarazione dei redditi.

Sebbene i duestrumenti sembrerebbero simili, in realtà i parametri di calcolo che stanno allaloro base, come sostiene Zanetti, sono molto diversi e si fondano anche su due filosofie differenti.Il redditometro ha scopi accertativi,il redditest dovrebbe indurre i cittadini ad una correttadichiarazione fiscale.

Il redditest in realtà potrebbe ancheportare nella direzione opposta, quindi unostrumento ideato con azione deterrente nei confronti delle dichiarazionimendaci, potrebbe tramutarsi in un'armaa doppio taglio per il Fisco.

Il contribuente puòeffettivamente, fare più provetestando il Redditest, per verificare fino a che punto la sua dichiarazionesarebbe considerata coerente, cioè cambiando l'ammontare del redditoguadagnato, fino ad arrivare ad una determinata "soglia", al di sotto della quale si segnala un'incoerenza, semaforo rosso. Diciamo quindi che un contribuente non proprio onestopotrebbe decidere, dopo diverse prove, di dichiarare solo il reddito necessario,quindi minore di quello effettivamente guadagnato, a fine di evitare gliaccertamenti sintetici.

«L'effetto diciò - spiega il direttore di Eutekne - è che il contribuente potrebbe calibrare l'evasione in modo tale da esserecomunque coerente con il redditest"

Concludendopossiamo dire che al momento attuale redditometro e redditest sembrerebberopoter colpire anche il Fisco, ecco perché potrebbero essere considerate armi adoppio taglio della coerenza fiscale.