Le private label, ossia le marcheprivate, altro non sono che prodotti o servizi realizzati o forniti da societàterze, fornitore di marca industriale, e venduticon il marchio della società che vende il prodotto. Questa tipologia diprodotti ha il vantaggio dei costi contenuti, in quanto viene meno lacomponente del costo di marketing dei prodotti che possiedono un brand.

In tempi di crisi, i consumiche sono molto dinamici cambiano: è cresciuta infatti sempre più la quota di mercato dei prodottimessi appunto in vendita con la marca del distributore, pensiamo a Coop Italia,Esselunga, Pam, che oramai supera il 17%.

A quello che risulta dai dati elaborati dall'istituto di ricerca Nielsen, dal 2003 al 2012 la crescita dei prodotti private label pare inarrestabile. Laspesa per questa tipologia di prodotti, infatti, é passata dall'11,3% al 17,6% del totale.

Il vantaggio qual è? Sia il distributore che il consumatore netraggono benefici:il primo incassa margini più altirispetto agli analoghi prodotti di marca perché non ha costi legati alla pubblicità, il consumatore dalla sua, invece, può "portare a casa" un prodotto di qualità affine a quella delle grandi marche ma a prezzi decisamente più vantaggiosi.Inoltre la marca privata può divenire una leva di marketing in più nelle manidel distributore, il quale può rafforzare, agli occhi dei clienti che consumanoquel tipo di prodotti, l'immagine dell'insegna, della sua convenienza e dellasua qualità.

In un periodo di crisi comequesto in cui le famiglie cercano di risparmiare in qualsiasi settore, è facilmentecomprensibile il boom di questofenomeno, che permette di comprare con la garanzia della qualità a prezzicontenuti.

Guido Cristini, docente dimarketing all'Università di Parma, sostiene che "la definitiva consacrazione del private label sia avvenutasoprattutto negli ultimi mesi del 2012".

Prosegue: "il recinto emozionale fornito dai grandibrand si sta restringendo, per dare spazio alla pressione promozionale deldistributore, che è capace di fornire una scontistica maggiore al cliente".

Si tratta ancora di un segmento di nicchia nei consumi dimassa, specie se confrontati con i volumi molto più elevati degli altri Paesi europei; in Gran Bretagna superail 40%, in Francia si attesta sul 34%.

Nonostante ciò uno studio dell'Associazione Distribuzione Moderna,sostiene che il comparto sia fortemente in crescita addirittura del 7,3% rispetto al 2011, con però differenzesignificative a seconda della zona geografica. Nel Nord-Italia i dati delle vendite di questo comparto sono in lineacon quelli europei e si attestano al 35,7%,al Sud invece l'espansione è ancora molto contenuta.

Le due ricerche sembrano comunque confermare una tendenza: i consumatorihanno scoperto, sicuramente anche a causa delle ristrettezzeeconomiche, un "nuovo" tipo di consumi.Gli italiani rinunciano più spesso alle storiche grandi marche per risparmiaretra il 30% e il 40% mentre fanno la spesa.