Arriva dal tribunale di Pozzuoli paese in provincia di Napoli la condanna al Redditometro,infatti a seguito del ricorso effettuato da un pensionato che riteneva che lo strumento violasse  la privacy del contribuente. Il Tribunale ha accolto il ricorso del cittadino contro il redditometro e sono in molti ad essere soddisfatti della sentenza. 

Il pensionato in questione ha accusato il nuovo strumento di accertamento fiscale di essere causa della" soppressione del diritto del contribuente e della sua famiglia ad avere una vita privata, a poter gestire il proprio denaro", secondo quanto scrive il giudice Antonio Lepre, che ha accolto le motivazioni del cittadino a sentirsi libero "su aspetti delicatissimi della propria vita privata quali la spesa farmaceutica, l'educazione e il mantenimento della prole, la vita sessuale" e che finirebbe per passare al setaccio anche le spese per soggetti diversi dal contribuente.

Il giudice accusa il redditometro di accomunare "situazioni territoriali differenti in quanto altro è la grande metropoli altro è il piccolo centro e altro ancora è vivere in questo o quel quartiere"; infatti, "all'interno della medesima Regione e, anzi, della medesima Provincia vi sono fortissime oscillazioni del costo concreto della vita, così come altrettanto forti oscillazioni vi possono essere all'interno di un'area metropolitana. Così i contribuenti delle zone più disagiate perderanno anche, per così dire, il vantaggio di poter usufruire di un costo della vita inferiore in quanto gli sarà imputato in ogni caso il valore medio Istat delle spese".

La sentenza obbliga l'Agenzia delle Entrate a non "intraprendere alcuna ricognizione, archiviazione o comunque attività di conoscenza o di utilizzo dei dati", anzi anche di "cessarla se iniziata" e di "distruggere tutti i relativi archivi" se già esistenti.Oltre all'aspetto legato alla violazione della privacy, la sentenza ha bocciato il redditometro anche sotto l'aspetto tecnico, perché utilizza come parametro le stime Istat che "nulla ha a che vedere con la specificità della materia tributaria" eviolerebbe anche il diritto di difesa perché "rende impossibile fornire la prova di aver speso meno di quanto risultante dalla media Istat".