Con una sentenza depositata qualche settimana fa la Corte di Cassazione ha emesso un'ordinanza riguardante la sicurezza sul lavoro, per l'adozione di misure protettive molto rigide nei confronti dei giovani lavoratori, in modo particolare se questi ultimi sono giovanissimi, inesperti o apprendisti

La sentenza è stata emessa dopo l'ennesimo infortunio sul lavoro subito da un ventenne. Il datore di lavoro deve mettere a disposizione dei propri lavoratori tutti i materiali antinfortunistici necessari per l'espletamento della propria professione e, inoltre, dovrà rafforzare l'addestramento dell'apprendista, come dichiarato dagli organi di competenza nei giorni scorsi.

In caso di infortunio subito da una di queste tre categorie il datore dovrà pagare all'Inail la stessa somma che l'istituto dovrà versare al lavoratore infortunatosi. E scoppia già la polemica. 

I giudici hanno potenziato i provvedimenti nei confronti dei giovani per tutelare una posizione molto "scoperta". Se un ventenne inizia a lavorare ha sicuramente più bisogno di essere seguito rispetto ad un altro collega più vecchio ma, soprattutto, ha un bisogno maggiore di essere rifornito di materiale antinfortunistico.

E' bene che il datore di lavoro controlli che il suo giovane dipendente indossi occhialoni protettivi, scarponi adatti e casco: si sa, i giovani sono più spericolati e gli incidenti sul lavoro sono all'ordine del giorno.

Nonostante questo, però, i datori di lavoro sono insorti: perché pagare (economicamente ma non solo) per un proprio dipendente quando è quest'ultimo a non rispettare le norme di sicurezza pur avendone gli strumenti adatti?