Il Redditometro rappresenta nel 2013 la proverbiale spada di Damocle che pende sulla testa di moltissimi italiani, trentacinquemila per la precisione. Oramai tutti sanno come funzionerà, tutti conoscono i meccanismi di attuazione del redditometro e quali aree verranno colpite dai severi controlli del Fisco. Ma in pochi sanno che alcuni fattori possono far sbagliare il redditometro inducendo così lo svilupparsi della sempre viva evasione fiscale.

Il software del redditometro ha un algoritmo particolare volto a controllare numerose dichiarazioni dei redditi in maniera simultanea.

Il programma, però, non è in grado di di vigilare appieno su quelle spese relative ad abbigliamento, acquisto di beni per uso personale, bevande o alimenti. La disciplina del Redditometro ha infatti affermato che il contribuente non è obbligato a conservare tutti gli scontrini. Ma come farà a provare la propria innocenza in caso di incongruenza? Il Redditometro analizzerà anche il consumo medio dei cittadini basandosi sui dati Istat. Senza scontrini fiscali, però, il soggetto controllato può dichiararsi un "consumatore sotto la media" e può far viaggiare a suo piacimento il denaro all'interno della propria dichiarazione omettendo qualche particolare ed essere pienamente giustificato. Un procedimento che non deve trarre in inganno il rigido Redditometro.

Questa incongruenza potrebbe però far scattare il procedimento opposto. Visto che il Redditometro non è in grado di controllare queste aree potrebbe applicare provvedimenti trasversali, rigidi e senza diritto di replica. Un rischio serio contro cui i cittadini possono verosimilmente scontrarsi.