Da dove si sia partito e dove si arriverà, con il tracollo che sta coinvolgendo la banca Monte dei Paschi di Siena è difficilestabilirlo; non aiuta neanche il susseguirsi di presunti coinvolgimenti dipersonalità rilevanti, e nonostante il top secret della magistratura, l'unicacosa certa che non stupisce più nessuno è il pieno controllo del poterepolitico sulla finanza speculativa.

Il punto intermedio di partenza per Mps, inizia nelnovembre 2007, con l'acquizione di Banca Antonveneta dalla spagnola Santanderper la cifra di 9 miliardi di euro, ritoccata di 1,3 imputabili a presunti onerida pagare in seno all'operazione.

All'epoca dei fatti la fondazione del grupposenese con a capo Giuseppe Mussari per finanziare l'operazione vara un aumentodi capitale di 9,5 miliardi, di cui 6 a carico degli azionisti, 2,5 dallastessa Fondazione e 1 con l'emissione di obbligazioni.

L'esborso per Monte dei Paschi, oltre a essere oneroso, mette a serio rischio lo stato patrimoniale dell'istituto bancario, e ondeevitare un futuro crac, la Banca d'Italia si rivolge ad alcuni colossi mondiali,come: Merrill Lynch, Goldman Sachs, JP Morgan, Credit Suisse e Mediobanca.

L'insieme dell'operazione, è valutata in linea con ilmercato per ciò che riguarda la valorizzazione degli sportelli, mentre il verovalore della banca in termini di solidità, è notevolmente inferiore rispetto alprezzo concorrenziale, tesi rafforzata dall'avvicendamento dei Sub-Prime edalla bolla del debito sovrano.

Per ripianare l'enorme buco di bilancio, il gruppo Mpsnel primo semestre 2009 decide di sottoscrivere 2 miliardi di euro inobbligazioni convertibili, i cosiddetti Tremonti-Bond, cioè titoli emessi dallabanca ma sottoscritti dal tesoro, così da entrare quest'ultimo nella quotacapitale del gruppo in caso d'inadempienza, ma il salvataggio è solo apparente.

Dopo l'acquisizione di Antonveneta un'altra tegolainaspettata cade sui Senesi, cioè il fallimento di Lehman Brothers, con un'ulterioreriduzione dello stato patrimoniale da 12 miliardi di euro nel 2007, a 2,7miliardi nel 2011. In parole povere la banca è sull'orlo del baratro.

Per dare l'illusione che il bilancio sia in positivo,Mussari nasconde le perdite con l'acquisto dei derivati, cioè: titoli azionari,tassi di cambio, obbligazioni, indici di borsa, oro o petrolio, checonsentono al contraente di acquistare le attività citate è di prendernepossesso a una determinata scadenza.

Attraverso questo meccanismo l'investitore si espone alrischio di ampi margini di oscillazione, poiché la remunerazione futura delcapitale è legata all'andamento del mercato, da considerarsi un investimento adalto tasso di perdidossierta, che potrebbero tramutarsi in operazioni altamentetossiche.

Così è stato: l'acquisizione dei derivati, contenuti nel dossier (Alexandra e Santorini) ammonta a circa 35 miliardi, con perditeingenti che la banca potrebbe subire, il tutto per coprire il buco di bilancio.

Infine, in attesa che la magistratura si pronunci, spuntanofuori altri 2,62 miliardi di euro di presunte tangenti transitate attraversoconti londinesi e rientrati in Italia attraverso lo scudo fiscale, in tuttocirca 19 miliardi per l'operazione Antonveneta, senza contare i cosiddetti iDerivati naturalmente pericolosi.